1 - SPORT OLIMPICO... DA SEMPRE
Il pugilato affonda le sue radici nel mondo antico e già a partire dal VII secolo a.C. entrò a far parte delle discipline praticate nelle Olimpiadi. Nell'antichità, tra le altre cose, non c'erano categorie di peso e i pugili combattevano fino a quando uno dei due non era messo fuori gioco o ammetteva la sconfitta. Il tutto senza brutalità, ma anzi con grande rispetto dell'avversario. Si ritiene che Diagoras di Rodi sia stato uno dei più celebri pugili dell'antichità. Le cronache raccontano che il vincitore della 79a Olimpiade nel 464 a.C. non si sia mai abbassato, chinato o abbia cercato di schivare un solo pugno.
2 - NOBILE ARTE
Già definito come "nobile arte della difesa" nel XVIII secolo, il pugilato moderno nacque nel 1867, proprio quando un nobile scozzese, John Sholto Douglas, marchese di Queensberry, mise nero su bianco molte delle regole attuali. Tra queste figuravano le categorie di pesi, la durata dei round, il conteggio dei dieci secondi successivo al K.O. e l'obbligatorietà dei guantoni.
3 - A OGNUNO IL SUO STILE
I pugili possono essere classificati in base ai diversi stili di combattimento: tra i più noti spiccano l'outfighter, boxeur che sfianca l'avversario con pugni veloci perché più agile nei movimenti (come Muhammad Alì), e il "picchiatore", più lento ma in grado di mettere K.O. l'avversario con un solo colpo potente e ben assestato, come Mike Tyson.
4 - PIÙ PUBBLICO CON I GUANTONI
A proposito di guantoni, il motivo della loro introduzione nei match ufficiali fu diverso da quello che si potrebbe pensare: essi permettevano infatti ai pugili di sferrare ripetuti pugni alla testa attirando per questo un maggior numero di spettatori rispetto agli incontri a mani nude, in cui tali colpi erano rari (perché più letali).
5 - QUANTO PESA UN PUGNO?
Secondo una ricerca condotta nel 2014 dall'American Association of Neurological Surgeons, ricevere un pugno in testa sferrato da un pugile professionista è devastante: equivale infatti a essere centrati da una palla da bowling del peso di ben 9 kg, che viaggia a 32 km/h.
6 - L'UOMO DEI TAGLI
Oltre al coach, ad assistere il pugile nel corso dell'incontro è il cosiddetto cutman (letteralmente, l'uomo dei tagli). Il suo ruolo principale? Gestire al meglio i numerosi traumi fisici (ematomi, tagli, emorragie e contusioni) che il pugile subisce durante il match, rendendolo in grado di continuare il combattimento.
7 - NIENTE BARBA E BAFFI
Vari regolamenti ufficiali (tra cui quello della Federazione Pugilistica Italiana) vietano ai pugili di portare barba o baffi, salvo rare eccezioni. Dietro tale divieto c'è una ragione pratica: evitare che la "durezza" di barba o baffi contribuisca a eventuali tagli o arrechi danno all'avversario in caso di contatto tra i due corpi.
8 - ACCESSORIO PREZIOSO
Una delle invenzioni più importanti, nella boxe, fu quella del paradenti, accessorio in grado di proteggere i denti e le gengive degli atleti, sottoposti a continui traumi. A inventarlo, nel lontano 1902, fu un dentista di Londra di nome Jack Marles, mentre il primo pugile a indossarlo sul ring fu il britannico Ted "Kid" Lewis, nel 1913.
9 - IL MATCH PIÙ LUNGO...
Il combattimento di boxe più lungo di sempre si combatté il 6 aprile del 1893 a New Orleans, tra gli statunitensi Andy Bowen e Jack Burke. La sua durata? Ben 7 ore e 19 minuti, per un totale di 110 round. Alla fine, l'arbitro fece terminare l'incontro e nessuno dei due atleti riuscì a prevalere.
10 - ... E IL PIÙ BREVE
Un combattimento di boxe può durare pochi minuti o... anche meno. Nel 1947, durante la celebre competizione dei Golden Gloves, a Minneapolis (Usa), ci vollero appena 4 secondi prima che Mike Collins atterrasse il suo avversario, un tale Pat Brownson, record ancora oggi imbattuto.