Eccoci a un nuovo capitolo del giallo sul foro a bordo di una navicella Soyuz attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale, nel 2018. Dopo vari tentativi per chiudere il buco, operazione che richiese anche parte di una passeggiata spaziale (EVA, attività extraveicolare), il problema venne solo parzialmente risolto. Per fortuna il foro interessava la parte di Soyuz che veniva staccata prima che il modulo dell'equipaggio iniziasse il suo rientro a Terra: il "delitto" (se il foro venne volutamente fatto da qualcuno) era stato studiato bene - era tale cioè che avrebbe creato problemi alla ISS, ma nessun problema all'equipaggio durante il ritorno.
Dopo una serie di rilevi fatti dagli astronauti si scoprì che il foro venne fatto dall'interno della Soyuz, con un trapano che prima di riuscire a perforare l'acciaio rimbalzò più volte. Segno che molto probabilmente l'operazione venne fatta in assenza di gravità, e ciò avrebbe allontanato il sospetto che l'errore - o il sabotaggio! - fosse stato fatto a Terra, prima della partenza del modulo.
Sotto accusa. Ma ora ecco un colpo di scena. Stando a un articolo apparso sulla TASS (agenzia giornalistica analoga all'ANSA), dove si riportano alcune critiche da parte degli americani al lavoro della Roscosmos (l'agenzia spaziale russa) degli ultimi anni, in un'intervista a un funzionario che ha chiesto di rimanere anonimo, per quella situazione si punta il dito contro una persona ben precisa: Serena Maria Auñón-Cancelliere, l'unica donna che si trovava a bordo della ISS quando si scoprì il foro.
Perché proprio lei? Stando all'anonimo funzionario la Auñon-Cancelliere soffriva già, quando si trovava in volo, per la formazione di trombi alla vena giugulare, problema che venne affrontato al suo ritorno a Terra. Ciò potrebbe aver causato un crollo psicologico dell'astronauta, al punto che avrebbe escogitato un piano per provocare un problema grave, che avrebbe richiesto l'evacuazione della stazione orbitante. Guarda a caso, continua l'intervistato, la videocamera che riprendeva il passaggio tra il modulo americano e la navicella russa era fuori uso proprio nei giorni in cui avvenne il malfatto.
Pura follia. La responsabile per i voli spaziali umani della NASA, Kathy Lueders, è immediatamente intervenuta e, durante la conferenza stampa sui ritardi che sta accumulando la navicella Starliner della Boeing (che dovrebbe portare astronauti alla ISS), ha detto ai giornalisti che gli attacchi personali contro l'astronauta della NASA e ingegnere di volo della Expedition 56, Serena Auñón-Chancellor, sono del tutto infondati.
«Serena è un membro dell'equipaggio estremamente rispettato, che ha servito il suo Paese e dato contributi inestimabili alla NASA», ha fermamente dichiarato Lueders.
Rapporti difficili. L'accusa fatta attraverso la TASS e la ferma replica della NASA aumentano ulteriormente - se possibile - il gelo che esiste da un po' di tempo tra NASA e Roscosmos, e che sembra stia portando a un allontanamento tra le due agenzie spaziali. Esempi sono il fatto che Roscosmos non sembra voler partecipare alla costruzione della Stargate, la stazione spaziale cislunare, oltre alla maggiore collaborazione rispetto al passato con la Cina, sia per quanto riguarda l'esplorazione lunare sia per altri obiettivi.