Secondo il mito, l'Oracolo di Delfi - una sacerdotessa detta Pizia - pronunciava le profezie in nome del dio Apollo nel santuario di Delfi, in Grecia, in uno stato di euforia mistica. Il motivo per il quale questa donna riusciva a indovinare il futuro era l'incredibile mole di informazioni posseduta dai sacerdoti del santuario dove si ricevevano i postulanti, e soprattutto nella proverbiale ambiguità dei responsi della Pizia.
Delfi, una banca dati dell'antichità. Delfi era infatti un centro religioso nel quale affluivano genti da tutto il Mediterraneo, così il patrimonio di conoscenze raccolto nei secoli dal santuario di Apollo lo rendeva la più grande "banca dati" dell'antichità. Questo permise per esempio ai Greci di ottenere indicazioni geografiche attendibili sui luoghi in cui fondare nuovi insediamenti, spesso lontani dalla madrepatria.
Parole incomprensibili. Giunti a Delfi, dopo avere offerto sacrificio e pagato una tassa, i postulanti interrogavano la Pizia (che veniva scelta fra le vergini di buona famiglia del paese) che rispondeva in un linguaggio misterioso, forse dovuto all'uso di allucinogeni o a vapori che fuoriuscivano da una fessura nella roccia. Il tempio, i cui resti sono visibili ancora oggi, si trovava infatti in una zona particolarmente attiva dal punto di vista sismico, e sotto di esso sono state individuate due faglie, dalle quali è possibile venisse emanato gas: forse etilene, oppure benzene o anche di un mix tra metano e anidride carbonica. Le parole della sacerdotessa, che erano incomprensibili, venivano poi "tradotte" e interpretate dai sacerdoti per poi essere riferite sotto forma di versi ai fedeli. Ma, in molti casi, i responsi erano talmente ambigui da prestarsi a interpretazioni del tutto personali.