La notte di Halloween è alle porte e in men che non si dica saremo circondati da streghe, fantasmi e zucche dallo sguardo assassino. La festa più macabra dell'anno riscuotendo sempre successo: perché ne siamo così affascinati?
Una possibile spiegazione scientifica è che questa ricorrenza - così come gli altri appuntamenti con il terrore, per esempio i film horror - ci permetta di contemplare le cose che ci terrorizzano in modo sicuro, ironico e distaccato, e senza pericoli di sorta. Nella notte di Halloween, zombie e spiriti maligni vengono quasi derisi e indeboliti della loro carica terrificante: ci bussano alla porta, possiamo prenderli in giro e criticare il loro buffo travestimento. Le incarnazioni delle nostre paure diventano, così, più vulnerabili.
Che cosa succede nella nostra testa. Il cervello sembra realizzare solo in parte che quello a cui stiamo assistendo (un film dell'orrore o una parata di finti "mostri") è solo finzione. Quando qualcosa ci spaventa, viene immediatamente processato dall'amigdala, una piccola struttura cerebrale a forma di mandorla che entra in gioco in caso di forti emozioni.
L'informazione terrorizzante attiva due diversi percorsi nel cervello: da un lato, lo stimolo raggiunge lentamente i lobi frontali, dove viene analizzato in modo razionale e "svuotato" della sua carica terrorizzante. In quel momento concluderemo che non stiamo rischiando alcun pericolo e che quello davanti a noi non è che un attore di qualche B-movie truccato in modo grossolano.
Allerta. Allo stesso tempo, però, l'amigdala attiva anche una reazione più rapida e primitiva, che ci tutela nel caso - remoto - che la minaccia che abbiamo visto possa rivelarsi vera. Nel giro di 3 secondi il cervello stimola il rilascio di una trentina di diversi ormoni che favoriscono lo stato di allerta: aumenta la produzione di insulina così come il livello di zuccheri nel sangue; il respiro si fa affannoso per incamerare più ossigeno, il cuore batte più velocemente per pompare sangue ai muscoli. Ci sentiamo sulle spine e pronti a scappare: le pupille si dilatano per vedere meglio al buio e iniziamo a sudare per abbassare la temperatura corporea.
Preparati a soffrire. L'attrazione magnetica che esercita il mondo del terrore potrebbe derivare da questo cocktail di attivazione fisica unito alla consapevolezza che in realtà, non c'è nulla da temere. Tra gli ormoni rilasciati quando abbiamo paura troviamo anche endorfine e dopamina, che in caso di emergenza dovrebbero aiutarci ad affrontare il dolore derivante da potenziali ferite, ma quando tutto va bene contribuiscono, semplicemente, a generare uno stato di piacere ed eccitazione.
Questo sistema di attivazione-rassicurazione, però, non funziona per tutti. I bambini sono per esempio molto più impressionabili davanti alle scene di terrore. Il motivo? I loro lobi frontali, responsabili dell'analisi razionale degli stimoli di paura, non sono ancora totalmente sviluppati: per i giovanissimi può quindi risultare difficile riconoscere che dietro a una maschera macabra non c'è nulla di cui aver paura.
Perché poi abbiamo gli incubi? Il cortisolo, un ormone rilasciato dall'organismo in stato d'allerta, senza un appropriato controllo da parte dei lobi frontali rafforza le memorie dell'evento negativo e fa sì che durino a lungo anche quando la minaccia è passata. Questo potrebbe spiegare perché i bambini hanno spesso incubi terrificanti dopo aver visto un film dell'orrore.
Meglio il terrore... Nonostante la maggiore sensibilità i bambini, come gli adulti, sembrano comunque apprezzare una buona dose di spavento "sicuro": Paul Bloom, professore e ricercatore dell'Università di Yale, ha sottoposto a bambini di 4-5 anni filmati di coetanei intenti a guardare film divertenti, noiosi o dell'orrore, e ha chiesto ai soggetti quale film avrebbero scelto al loro posto. Dopo i film divertenti, preferiti dalla maggioranza dei bambini, sono venuti a ruota quelli dell'orrore. Come gli adulti, anche i bambini preferiscono il terrore alla noia.