Curiosità

Dal lontano passato all'infinito futuro: la scienza con i messaggi in bottiglia

Il più antico messaggio in bottiglia finora trovato ci ricorda di un tempo in cui la scienza era fatta anche così, come abbiamo fatto con le sonde Voyager e Pioneer.

Avete già letto del curioso ritrovamento di qualche giorno fa: su di una spiaggia australiana il mare ha lasciato un messaggio in bottiglia che ha viaggiato 132 anni (il precedente record era di 108 anni) e 950 chilometri. Come il precedente, anche questo messaggio ha un interesse davvero particolare (non è la richiesta di aiuto di un naufrago...): è una chiamata a partecipare a un esperimento di citizen science! In un modo che oggi potremmo giudicare piuttosto originale, ma è anche così che funzionava la scienza a quel tempo, senza Internet, Twitter e smartphone (ma ve lo immaginate?). Ecco la storia.

Il progresso ha bisogno di aiuto. Ad affidare al mare la bottiglia, il 12 giugno 1886, è stato Mr Bark, membro dell'Osservatorio Navale Tedesco, un istituto che dal 1864 e fino al 1933 ha lanciato migliaia di messaggi in bottiglia per tracciare la mappa delle correnti oceaniche.

Ogni bottiglia conteneva un foglio arrotolato, con la data e le coordinate del lancio: con "preghiera di restituzione", per chi l'avesse ritrovato, completato con data e luogo del ritrovamento, al consolato tedesco più vicino.

Seguire la corrente. Conoscendo il punto di partenza e quello di arrivo dei messaggi recuperati, l'Osservatorio Navale Tedesco ha potuto mappare le correnti e tracciare rotte più sicure e veloci.

Il messaggio della bottiglia australiana era ancora leggibile. Ecco la traduzione, che comprende sia parti prestampate che aggiunte scritte a mano al momento del rilascio.

Questa bottiglia fu gettata fuori bordo
Il 12 giugno 1886
32 ° 49 ' Latitudine Sud
105 ° 25' Longitudine da Greenwich Est
Da: Bark -- Nave: Paula -- Porto: Elsfleth -- Capitano:D [illegible]
Nel suo viaggio da: Cardiff a: Macassar
Chi lo trova è invitato a spedire la ricevuta in bottiglia all'Osservatorio Navale tedesco di Amburgo o al consolato più vicino per il ritorno alla stessa agenzia dopo aver riempito le informazioni sul retro.

Il veliero tedesco Paula, da cui la bottiglia è stata gettata.
Il veliero tedesco Paula, da cui la bottiglia è stata gettata. © Artist: Edouard Adam. Image courtesy: Deutsches Schiffahrtsmuseum-Unterweser

La lunga attesa. Gli esperti sostengono che il messaggio in bottiglia abbia percorso i 950 km che lo separavano dall'Australia occidentale in un solo anno. Nei restanti 131 anni sarebbe invece rimasto sepolto al sicuro nella sabbia dell'isola di Wedge.

Di recente una tempesta l'avrebbe fatto riemergere dalla battigia, dov'è stato trovato da una famiglia in gita. È stata Tonya Illman, mentre la macchina del figlio era rimasta impantanata nella sabbia, a notare la vecchia bottiglia che affiorava dalla sabbia. L'ha raccolta per farne un soprammobile, ha dichiarato, ma poi ha visto il foglietto all'interno.

Il disco a bordo della Voyager riporta suoni, musiche e immagini del nostro pianeta. Chissà se lo ritroveranno civiltà aliene. © Nasa

Per interpretare il messaggio dal tedesco è intervenuto il Western Australian Museum di Perth, che ha ottenuto anche di poter consultare il giornale di bordo del veliero Paula, da cui la bottiglia è "partita", dov'è stata trovata la registrazione dell'evento, fatta dal capitano il 12 giugno 1886.

La bottiglia e il messaggio sono adesso conservati al museo di Perth.

Altri (grandiosi) messaggi in bottiglia. Questo modo di fare scienza oggi pare terribilmente approssimativo, eppure lo abbiamo fatto anche noi ("umani" di oggi), e di recente, con le sonde spaziali Pioneer e Voyager che, inviate verso rotte mai battute, sono anche loro "bottiglie" a cui abbiamo affidato un messaggio per chiunque nel cosmo possa trovarlo, in rappresentanza non di un istituto navale, ma di tutta la nostra specie. Chissà se qualcuno vorrà mai farne un soprammobile.

11 marzo 2018 Davide Lizzani
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