Paese che vai, misure che trovi. Ma se già la conversione da piedi a metri o quella da libbre a chilogrammi, indispensabile per muoversi nei Paesi anglosassoni, richiede un po' di attenzione, le cose si complicano ulteriormente quando ci si trova di fronte a unità di misura, come dire?, creative, che hanno origine da tradizioni locali o che sono state inventate da economisti e scienziati per definire particolari fenomeni o quantità.
1. Il porunkusema. Il primato dell'unità più bizzarra viene dalla Finlandia e se lo aggiudica il poronkusema: indica una distanza (pari a circa 7,5 chilometri) e corrisponde a “quanto può migrare la renna prima di aver bisogno di fermarsi a… urinare”. Una bizzarria nordica? La cosa ha una sua logica e trae origine dagli esploratori Sami, una popolazione che vive in alcune aree di Finlandia, Norvegia, Svezia e Russia, per la quale la renna riveste ancora un ruolo centrale.
In passato, davanti alla necessità di quantificare distanze, e in assenza di gps e altri sistemi tecnologici, gli esploratori decisero di basarsi sull'autonomia... urinaria delle renne: stimarono che la distanza oltre la quale le renne hanno bisogno di fermarsi per fare pipì si attesta attorno a 7,5 km e da allora per indicare una distanza usano il poronkusema (o suoi multipli).
2. La Casa del Waffle. Waffle House è un'unità di misura utilizzata dall'Agenzia federale di gestione delle emergenze americana (FEMA) per determinare (in modo approssimativo) i danni che una calamità naturale ha lasciato su un territorio. In particolare, il riferimento ai waffle deriva dalla reputazione che i ristoranti della catena americana Waffle House si sono guadagnati negli anni, ovvero quella di avere la capacità di restare aperti anche durante le forti tempeste e i tornado. In base a come i ristoranti della catena reagiscono a un disastro (una tempesta, un tornado ecc.), la FEMA fornisce un indicatore della gravità della situazione.
L'indice ha tre livelli: livello verde, se un ristorante ha energia e viveri, con danni limitati o inesistenti; livello giallo, se un ristorante ha energia, ma cibo limitato; e livello rosso se il ristorante è costretto a chiudere. Solo nel 2018, durante l'uragano Michael in Florida, l'indice Waffle House ha raggiunto il livello rosso, e 30 ristoranti sono stati chiusi prima della tempesta in arrivo.
3. La misura del mcdonald's. Nel 1986 gli esperti del settimanale The Economist, per definire un indice affidabile che mettesse a confronto il potere d’acquisto delle valute dei vari Paesi, partirono da un presupposto: il costo di un certo bene preparato in maniera identica e con gli stessi ingredienti standard in tutto il mondo, sarà lo stesso in tutte le valute. Dopo un'attenta analisi conclusero che il bene che meglio si prestava allo scopo fosse un dei panini più iconici della catena di fastfood McDonald's: nacque così l’indice Big Mac, che permette di valutare quanto una valuta sia forte rispetto a un’altra, partendo dal costo dello stesso panino nei diversi Paesi.
Per chi si interessasse di economia, il calcolo è abbastanza semplice: il prezzo del Big Mac nel Paese A viene diviso per il prezzo del panino nel Paese B, e il risultato viene confrontato con il tasso di cambio. Se il risultato è superiore, la valuta del Paese A è sopravvalutata rispetto a quella del paese B; se è inferiore, la valuta del Paese A è invece sottovalutata. Per quanto controverso, visto che il costo dell’hamburger è influenzato anche da tasse locali, dazi, ecc, l’indice Big Mac è ancora oggi usato come indice del potere d’acquisto.
4. Il pollice Del minatore. Il pollice, che corrisponde a 25,4 mm, è un’unità di misura ampiamente utilizzata nei Paesi anglosassoni, oltre che in ambito hi-tech (per esempio nella misurazione degli schermi tv). Altra cosa però è il "pollice del minatore", un'unità di misura ideata dai minatori nordamericani per misurare il flusso dell'acqua. L'unità si basa sulla velocità del flusso d'acqua in una chiusa e i minatori se ne servono per determinare quanta acqua è necessaria per mantenere un rifornimento costante.
In particolare, il calcolo effettivo si fa misurando la quantità di acqua che passa, attraverso un'apertura della chiusa, in un secondo. Ma poiché la dimensione dell'apertura varia a seconda della configurazione della chiusa, che varia da Paese in Paese, esistono più "versioni" del pollice del minatore. In Nuova Zelanda, per dire, il pollice del minatore vale 472 millilitri d'acqua al secondo, mentre nello stato americano del Colorado vale 745.
5. Il Mickey. Un mickey (che, lo avrete indovinato, prende il nome da Mickey Mouse) è la lunghezza del minimo movimento rilevabile del mouse di un computer. Corrisponde a circa un decimo di millimetro, ma la sua dimensione esatta dipende dal mouse utilizzato: il valore si ottiene dividendo la distanza (in pixel) che il cursore copre sullo schermo per quella (in centimetri) che il mouse percorre sulla superficie su cui si muove. Il valore cambia a seconda che il mouse si muova in orizzontale o che lo faccia in verticale: per questo esiste un mickey per ciascuno dei due casi.
6. L'autobus. In Gran Bretagna, spesso giornali e altri mezzi di comunicazione usano come unità di misura la lunghezza (tra 9,5 e 11 metri) o l'altezza (circa 5 metri) di un double decker, il caratteristico autobus a due piani di Londra. Può capitare così di leggere: “Era alto due double decker”. Una misurazione facilmente comprensibile dai britannici, visto che i primi bus commerciali a due piani furono introdotti in Inghilterra nell’ormai lontano 1847.
7. Il Kilowarhol. Ispirato dall'aforisma di Andy Warhol secondo cui “in futuro tutti saranno famosi per quindici minuti”, un warhol rappresenta dunque quindici minuti di fama. L’indice può essere utilizzato in multipli: 1 kilowarhol vorrà dire famoso per 15.000 minuti (10.42 giorni) e 1 megawarhol - famoso per 15 milioni di minuti cioè 28,5 anni. A differenza delle altre di un’unità di misura di quest’articolo, il warhol è un’unità di misura umoristica: la inventò nel 1997 il giornalista dell’Atlantic John Cullen Murphy. Ma chissà che oggi, in tempi di youtuber e influencer a caccia di celebrità, non torni utile utilizzarla!
8. la Banana radioattiva. Le banane, come la maggior parte dei materiali organici, contengono una certa quantità di isotopi radioattivi anche in assenza di qualsiasi inquinamento o contaminazione artificiale.
In particolare, mangiando uno di questi frutti, si assume una quantità di circa 0,1 microsievert (un sievert è lo standard per misurare l'effetto biologico delle radiazioni su un individuo), che per definizione vale 1 BED (banana equivalente dose).
Sul perché si usi la banana come riferimento, non si hanno certezze: si sa solo che in un documento del 1995, un responsabile del Lawrence Livermore National Laboratory (laboratorio di ricerca del Dipartimento dell'Energia degli Usa), affermava semplicemente che la dose equivalente alla banana era "molto utile nel tentativo di spiegare le dosi infinitesime ai profani". Da allora per quantificare l'esposizione di un'individuo agli effetti di radiazioni si usano talvolta proprio i multipli del BED.