Quante cose può rivelare Twitter? Ha quasi soppiantato le agenzie di stampa e fornisce aggiornamenti da luoghi dove i corrispondenti a volte non si spingono. Insomma, sarà un luogo comune, ma è diventato uno strumento molto potente. Eppure il suo valore non rimane relegato nel contenuto dei milioni di tweet che vengono pubblicati ogni giorno. Sono tanti infatti gli analisti, i sociologi e i linguisti che trovano in Twitter una risorsa di informazioni ben più vasta.
Dove e quanto si utilizza Twitter, per esempio? Un buon punto di partenza per farsi un'idea di cos'è diventato il social dei cinguettii negli ultimi anni è The one million tweet map (la mappa del milione di tweet) ideata da Maptimize. Funziona così: in tempo reale viene indicato sul planisfero il numero di tweet pubblicati in una determinata area geografica, per un totale globale di un milione. Ogni venti tweet postati, i venti più vecchi spariscono dalla mappa. Se vi incuriosisce, potete giocare con le tipologie di visualizzazione, passando dai dati numerici alla mappa calore, usare i filtri, zoomare sulla vostra città.
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Milanesi in testa, ma solo in Italia
Cosa salta all'occhio? Innanzi tutto le aree più attive: Sud-Est Asiatico, Stati Uniti, Brasile, Europa e Giappone, in particolare le metropoli. Se dalla mappa zoomiamo sull'Italia scopriamo che Twitter ha fatto presa nelle città più grandi e soprattutto al nord (vedi l'immagine). Ma se paragoniamo Milano e i suoi dintorni (2047 tweet censiti mentre avevamo la mappa aperta) a Parigi (14295) o Londra (12956) ci rendiamo conto che l'utilizzo di questo social in Italia è ancora marginale. Puntata sul Cairo, dove Twitter ha avuto un ruolo centrale durante la "primavera araba", nello stesso intervallo di tempo la mappa censiva 1963 tweet. Molti, se paragonati al quasi totale inutilizzo in tutto il nord Africa e a uno scarso utilizzo in Medio Oriente.
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Vuoi imparare il francese? Vai a Londra!
Ma per chi si interessa di sociolinguistica le analisi possono andare ancora più a fondo. Circa un anno fa Eric Fischer aveva pubblicato su Flickr un planisfero con le aree linguistiche sulla base della lingua utilizzata per postare. Ma ancora più curiosa è questa cartina di Londra, dove i puntini colorati indicano la lingua in cui vengono postati i tweet. Il grigio è l'inglese e rappresenta solo il 60% del totale, il rosso - in seconda posizione - è il francese, il blu il turco e il verde l'arabo. Alcune di queste lingue, come il francese, si concentrano in alcune zone della città, dove è presumibile che vi siano luoghi d’interesse per quella determinata comunità. Una delle macchie rosse, per esempio, è localizzata nei pressi del Centre Culturel Français. I puntini di colore giallo invece sono i tweet pubblicati in italiano, che si disperdono in tutta l'area metropolitana senza creare "macchie" in zone specifiche. Per la serie: è proprio vero che gli italiani sono ovunque!
Un altro spunto di riflessione, a proposito di rapporto tra lingua e
social media, è proposto dall'Economist,
che rivela la lingua più efficace nel mondo dei 140 caratteri. Da uno
studio di Today Translations pare che sia il cinese. Una frase in
inglese, infatti, può essere tradotta in cinese con il 70% di caratteri
in meno (mentre in italiano ne richiede il 30% in più). Peccato che,
tornando alla mappa del milione di tweet, dalla Cina si twitti assai
poco. E comunque, non studieremmo il cinese per guadagnare una novantina di caratteri.
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