Baciarsi è un'attività piuttosto faticosa! Bisogna mettere in moto ben 34 muscoli facciali e 112 muscoli posturali e, se appassionato, può bruciare due calorie al minuto. Comunque, è (in genere) un'attività gradevole, che vale la fatica, perché un bacio non è mai solo un bacio! Senza contare che il suo valore non è determinato unicamente dal significato emotivo: i baci risentono del contesto culturale. Ecco perché possiamo dire "paese che vai, tradizione (di baci) che trovi". Tra leggende, curiosità e anche un bel po' di censura.
Baci cannibali. Come molte altre credenze culturali, anche quelle sui baci cambiano nel tempo. Nel XIX secolo il bacio era considerato addirittura ripugnante in alcune culture asiatiche: nel 1897 l'antropologo francese Paul d'Enjoy riferì che i cinesi consideravano il baciarsi a bocca aperta con orrore, come un qualcosa simile al cannibalismo. Ma le cose cambiano, e nel 2015 si è tenuta a Chongqing una singolare competizione, l'Extreme Kissing, quando centinaia di coppie si sono sfidate baciandosi nelle posizioni più improbabili, senza mai staccarsi.
I vincitori sono andati avanti ininterrottamente per oltre 50 minuti passando per ben 7 posizioni, tutte piuttosto acrobatiche (e scomode, almeno a vedersi). Quindi adesso in Cina ci si bacia a ogni occasione? Non troppo: nella Cina continentale e a Hong Kong, come forma di saluto la stretta di mano è più diffusa (i baci sulle guance sono considerati un po' sfacciati), ma le nuove generazioni di cinesi sono alquanto trasgressive - e lo stesso, con poche differenze, accade anche in Giappone.
Baci sotto il vischio. Poiché il vischio prospera anche durante gli inverni più freddi, i druidi celtici credevano avesse il potere di concedere fertilità. Non solo: essendo una "pianta aerea", che non tocca mai terra, la assimilavano agli dei. Così, complice una leggenda, la tradizione di baciarsi sotto al vischio si è presto diffusa in tutta l'Inghilterra finché, nel XVIII secolo, la classe media inglese usava baciarsi sotto al vischio di Natale come simbolo di amore duraturo e, auspicabilmente, di duratura fertilità. Una delle interpretazioni della tradizione prevedeva anche che un uomo potesse strappare una bacca dal vischio per ogni bacio donato: spillata l'ultima bacca, veniva concesso l'ultimo bacio.
Baci di capodanno. Sono comuni a tutte le culture, ma la tradizione vincente è quella scozzese. Durante l'Hogmanay, la festa scozzese della vigilia di Capodanno, quando nelle strade di Edimburgo girano frotte di selvaggi scozzesi vestiti da vichinghi, ogni persona deve baciare ogni altra persona nella stanza. Secondo la tradizione, celebrare un nuovo anno è infatti il momento migliore per unirsi sia ad amici che ad estranei.
E quale modo migliore di un bacio per farlo?
Baci a X. Nell'antica Grecia e a Roma un bacio era una cosa seria, e poteva essere usato al posto di una firma. Un cittadino greco o romano che non sapeva scrivere poteva baciare una X che lo scriba di turno aveva apposto in calce a un documento: l'azione e il documento erano considerati giuridicamente vincolanti. Chissà se è questa la ragione per cui oggi, nel linguaggio simbolico (e sbrigativo) delle chat, le X simboleggiano proprio i baci.
In realtà, secondo l'Oxford English Dictionary il primo riferimento scritto della X usata come bacio risale al 1763, in una lettera del naturalista Gilbert White. Nel 1894, anche Winston Churchill uso la lettera X per mandare dei baci in una lettera: "Per favore, scusate la cattiva grafia, ma ho una brutta fretta. (Molti baci). Xxx WSC", scriveva. Secondo Marcel Danesi, professore di antropologia all'Università di Toronto e autore di The History of the Kiss!, la X è sempre stata un simbolo cristiano, ed è la prima lettera greca del nome di Cristo: questo avrebbe fatto sì che nel medioevo (e anche dopo) le lettere venissero sigillate con la X dagli analfabeti e con un bacio di fede.
Baci (proibiti) d'Egitto. In Egitto, baciare qualcuno sulle labbra è considerato un preliminare sessuale, e poiché nessun atto erotico dovrebbe essere eseguito in pubblico, i baci in pubblico sono proibiti, al punto che se dovesse accadere in istrada, i rei sarebbero multati, come minimo, se non addirittura processati per pubblica indecenza. E anche se due persone che si baciano a vicenda su ciascuna guancia, secondo la tradizione culturale in Egitto e in altri paesi arabi, non fanno che mostrarsi vicendevole rispetto reciproco, in alcune aree del Paese sarebbero guardati con sospetto.
Baci sul gradino rosso. A Guanajuato, in Messico, è tradizione baciarsi sul gradino rosso di una precisa scala. Tutto nasce da una storia popolare, naturalmente: due amanti vivevano ai lati opposti di un vicolo; quando il padre di lei (Ana) la colse nell'attimo di baciare il suo amato Carlos, la pugnalò mortalmente: l'amante cadde giù da una scala per cercare di salvarla... Da allora la scala ha un gradino rosso che attira le coppiette di tutta la regione, convinte che un bacio in loco valga 15 anni di fortuna matrimoniale (o 7 di sfortuna, se si sale sul gradino senza baciarsi).
French kiss. La reputazione della Francia come Paese romantico risale alla diffusione dell'amor cortese nel XII secolo: l'amor cortese era un amore appassionato e casto tra un cavaliere e una nobildonna (solitamente sposata con qualcun altro).
Anche quando nel XVI secolo la pratica si stemperò, la reputazione romantica della Francia si era solidificata. Dopo la seconda guerra mondiale, quella reputazione è anche diventata uno dei cliché da esportazione di maggior successo del paese. Quando i soldati alleati britannici e americani tornarono a casa, dopo essere stati di stanza in Francia, cominciarono a definire "baci francesi" i baci appassionati con la lingua, e poco importa che non siano stati i francesi a inventare quella tecnica: lo stile è rimasto talmente impresso ai soldati si è guadagnato una fama che dura ancora oggi. In Francia, baciare alla francese si dice galocher, da galoche (uno stivaletto per pattinare sul ghiaccio), ma curiosamente questo verbo ha guadagnato un posto sul vocabolario come sinonimo di baciare solo nel 2014.
Niente baci, siamo neozelandesi. Pare che Charles Darwin sia stato uno dei primi a interessarsi della cultura del bacio, e a sottolineare che non era praticato ovunque. Nel suo libro L'espressione delle emozioni negli uomini e negli animali annotò che il bacio era in varie parti del mondo sostituito dallo sfregamento dei nasi.
I primi esploratori della Nuova Zelanda osservarono che i Maori erano soliti avvicinare il naso e la fronte come forma di saluto: chiamato hongi, questo gesto ancora oggi incoraggia lo scambio del proprio ha (il respiro di vita) con quello di un altro. Una pratica comune a poche altre culture, come gli inuit, che non si limitavano semplicemente a sfregare il naso, ma anche ad annusare le guance l'uno dell'altro. La prova che il bacio può essere più strettamente legato al senso dell'olfatto, piuttosto che al gusto.