Curiosità

I più alti e i più bassi del pianeta

Lo studio più vasto finora condotto scatta una fotografia di come è cambiata la statura umana negli ultimi cento anni.

I più alti nel mondo sono oggi gli olandesi, un metro e 83 in media, i più bassi gli abitanti di Timor Est, con una media di un metro e sessanta. Tra le donne il primato spetta alle lettoni con 170 centimetri, mentre in fondo alla classifica femminile ci sono le guatemalteche, a quota 149 centimetri.

Sono i dati che emergono da uno studio globale condotto sull'evoluzione dell'altezza umana, realizzato qualche anno fa da una rete internazionale di 800 ricercatori in 179 paesi, la NCD Risk Factor Collaboration, in collaborazione con l'Organizzazione mondiale della sanità.

Attorno agli Anni '20: un uomo prende l'altezza di una donna con un cappello fuori misura (vedi anche Donne in cerca di diritti). © Old Visuals / Everett Collection / Contrasto

Questa particolare fotografia dell'umanità è stata realizzata raccogliendo misure da numerose fonti - dagli studi epidemiologici alle visite dei militari - su complessivamente 18,6 milioni di persone nell'arco di un secolo, con il 1914 e il 2014 come punti di riferimento.

La statura della classe 1896. Oltre un secolo fa, nel 1914, i Paesi in cui la statura media era più elevata (misurata a 18 anni, cioè per i nati nel 1896) erano quelli scandinavi, gli Stati Uniti e il Canada. La media per gli uomini in Svezia, allora in cima alla classifica dei più alti, era 172 centimetri.

Gli uomini più bassi erano gli abitanti dei Paesi del sud-est asiatico: i più piccoli in assoluto quelli del Laos, con 153 centimetri. Nel 1914 le donne più alte erano le svedesi (altezza media 160 centimetri), mentre le più basse le donne del Guatemala (140 centimetri, come una bambina di 10 anni considerata oggi di statura normale). Riferiti al periodo, né i minimi né i massimi sono una sorpresa: confermano fatti risaputi, anche a livello di conoscenza popolare.

Il cambiamento radicale. Ad aver fatto, in cento anni, i passi "in alto" più sorprendenti sono stati Paesi inaspettati. Per gli uomini, il record assoluto va all'Iran, dove si è avuto un incremento di 16,5 centimetri, mentre per le donne il primato è della Corea del Sud, dove il guadagno è stato addirittura di 20 centimetri. Tra i Paesi dove l'aumento dell'altezza è stato comunque notevole ci sono poi la Groenlandia, il Giappone, la Grecia, la Spagna e la Turchia per gli uomini, e ancora la Groenlandia, la Grecia, la Polonia per le donne.

1896-1996: altezza media degli uomini (clicca sull'immagine per ingrandirla).

Anche l'Italia si posiziona nella classifica, mantenendo sostanzialmente inalterato il gap tra maschi e femmine: oggi è al 29esimo posto per gli uomini e al 32esimo per le donne (nel 1914 era al 57esimo e al 55esimo posto, rispettivamente).

Abbiamo raggiunto il limite? L'analisi dei dati mostra che nei Paesi occidentali in cui l'aumento della statura è stato più pronunciato si è smesso di crescere, negli ultimi decenni.

Il fenomeno si è registrato prima negli Stati Uniti, e si sta verificando anche in Gran Bretagna, Finlandia e Giappone.

1896-1996: altezza media delle donne (clicca sull'immagine per ingrandirla).

In Spagna, in Italia e in molti Paesi dell'America Latina e dell'Asia si continua invece ad aumentare di altezza. In certi luoghi, per esempio paesi dell'Africa sub-sahariana come la Sierra Leone, l'Uganda e il Rwanda, addirittura si è registrata una diminuzione fino a 5 centimetri della statura media.

Altezza e salute. Lo studio fornisce anche una misura indiretta della salute delle nazioni del mondo. «Gli studi mostrano che le persone più alte hanno una maggiore aspettativa di vita, dovuta soprattutto a un minore rischio cardiovascolare», ha commentato Elio Riboli, epidemiologo all'Imperial College di Londra e uno degli autori dello studio, «e ci sono anche alcune evidenze che la statura abbia effetti sul livello di scolarizzazione e sui redditi.» In altre parole, i più alti avrebbero maggiore successo nella vita professionale. Come svantaggio, la statura sarebbe invece collegata a un rischio maggiore di alcuni tumori.

26 luglio 2016 Chiara Palmerini
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