Aggiornamento del 10 luglio 2024, alle ore 10:00: il tentativo è partito! Jaan Roose sta "camminando" su una fune sospesa sullo Stretto di Messina per compiere un'impresa memorabile. Potete seguirla in diretta qui.
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Entrare nel Guinness dei primati è già un traguardo in sé; ma ci sono imprese che toccano le corde dell'immaginario, come quella che vuole realizzare l'atleta estone Jaan Roose attraversando lo Stretto di Messina su una "fune": anzi, più precisamente su una slackline, cioè una fettuccia in materiale sintetico. Nei giorni precedenti il suo primo tentativo siamo andati sul posto per incontrarlo e per vedere come si affronta un'impresa del genere.
In bilico per più di 3 ore sulla slackline
La performance che Jaan Roos vuole realizzare è di quelle che lasciano con il fiato sospeso: percorrere i 3.646 metri che separano il pilone di Santa Trada in Calabria dal pilone di Torre Faro in Sicilia (due tralicci per l'elettricità operativi dal 1955 al 1985) in 3-4 ore, camminando su una slackline larga appena 1,9 cm e senza l'aiuto della tradizionale asta che utilizzano i funamboli. Roose non è nuovo a imprese di questo tipo. Nato nel 1992 a Vilnius, in Lituania, l'atleta è stato in passato stuntman in film come Assassin's Creed (2016) e Wonder Woman 1984 (2020). Poi ha compiuto imprese come camminare tra i grattacieli più alti di Rotterdam e nel deserto del Mangystau in Kazakhstan (con una temperatura di 50 °C).
Più lunga, più stretta. L'attraversamento degli oltre 3,6 km di percorso tra le fauci di Scilla e Cariddi rappresenta un salto di qualità, considerando anche che il precedente record, realizzato in Francia, era di "appena" 2,7 km. Una delle cose che abbiamo scoperto sul posto, tra l'altro, è che quanto maggiore è la lunghezza da percorrere, tanto più sottile deve essere la slackline, che altrimenti reagirebbe maggiormente al vento comportandosi come una vela.
Quando siamo arrivati sul posto, l'Etna si è fatto sentire
Per incontrare Jaan Roose, siamo andati il 4 luglio nei pressi di Santa Trada, il punto di partenza. Già l'Etna cominciava a farsi sentire, con una nuova eruzione che avrebbe condizionato le giornate successive.
Quando siamo arrivati – dopo una lunga giornata di spostamenti tra taxi, aerei, navette e gommoni – la slackline non era stata ancora fissata. Ci hanno detto che sarebbe stata composta da più fettucce collegate tra loro, e che sarebbe stata ancorata prima sul lato siciliano, per poi essere srotolata in elicottero fino a quello calabrese. Stesso discorso per una seconda slackline di sicurezza, alla quale Roose resterà agganciato per tutto il percorso.
Se l'atleta completerà la prova nei tempi previsti senza cadere, entrerà nel Guinness dei Primati. Altrimenti, se dovesse cadere (restando però sulla fettuccia) e rialzarsi, potrebbe comunque ottenere un risultato valido per il record mondiale, e comunque ritenuto di successo da Red Bull, che organizza l'evento.
L'impresa in numeri
Jaan Rose cammina scalzo anche... fuori servizio: lo abbiamo visto!
Abbiamo incontrato lo slackliner il giorno dopo, in un evento dedicato ai giornalisti. Non se ne sono accorti in molti, ma è entrato in sala a piedi nudi. Non c'è da stupirsi, se si considera il fatto che Roose stesso, come si vede nelle foto, da giovane preferiva camminare scalzo sulla slackline, per sentirne più direttamente il contatto. Ora che le traversate sono diventate molto lunghe, però, per evitare le vesciche è necessario indossare le giuste calzature. Il campione ha comunque dichiarato di sentirsi perfettamente in forma, cercando – nell'imminenza della gara – di mangiare leggero, essere ben idratato, limitare gli sforzi e soprattutto di dormire.
La traversata è una metafora. Le domande si susseguono, arriva il mio turno. «Perché hai deciso di dedicare gran parte della tua vita a questo sport?», gli chiedo. «Quello che davvero mi attrae dello slacklining è che c'è un obiettivo, e che per raggiungerlo ci vuole un sacco di lavoro fatto di piccoli passi», mi risponde. Ha gli occhi azzurri e lo sguardo è magnetico. «Per me è come una metafora, che dimostra a me stesso che posso raggiungere i miei obiettivi, i miei piani, le mie idee, semplicemente muovendomi a piccoli passi». Per attraversare lo Stretto di Messina, di passi ce ne vogliono 15mila.
Il finale dell'impresa è in salita
L'incontro va avanti. Roose rivela che un altro aspetto che lo affascina della disciplina che pratica è l'equilibrio. Da giovane, infatti, si era dedicato anche al parkour. Ma il 15 maggio del 2010, a mezzogiorno in punto, è salito su una slackline e il suo destino è cambiato. Il primo passo non è stato un gran che, il secondo un po' meglio. Ora, qui, deve affrontare una sfida piena di insidie, seguendo una linea che oltretutto parte da un'altezza di 265 metri sul livello del mare e arriva un po' più in basso, a una quota di 230 metri.
Come sulle scale. Gli chiediamo se questa sia una difficoltà aggiuntiva. «Sì, è più facile camminare in piano», ammette. «Ma la caratteristica delle slackline lunghe è che creano un avvallamento; per cui all'inizio mi muoverò in discesa, e potrei essere un po' più lento; poi camminerò in piano, e sarò più veloce; infine, nell'ultimo tratto, sarà un po' come salire le scale».
Un sacrificio relativamente piccolo ma necessario, dunque: in questo sport, sulle lunghe distanze, gli ultimi passi verso la vittoria sono sempre in salita.