Biografie più o meno autorizzate, ricordi più o meno commossi - dopo la morte di Steve Jobs le indiscrezioni sono fioccate. Adesso l'FBI ha reso pubblici i documenti delle sue ricerche su mister Apple. Anche così si entra (si resta) nella leggenda.
“Testardo, visionario, bugiardo: tutte le caratteristiche del genio!”
Un visionario. Ma quanto? - I documenti risalgono in parte al 1991, quando Steve Jobs stava per accendere la lampadina della Pixar prima di tornare a Cupertino a fare miracoli. L'amministrazione Bush aveva pensato a lui per un incarico importante ma, come si sa, negli Stati Uniti non si possono avere scheletri nell'armadio. Per questo il Bureau si è concentrato soprattutto sull'uso di droghe da parte del genio che ha inventato l'iPhone. Marijuana, hashish e addirittura un po' di LSD, tra il 1971 e il 1974. Niente di eccezionale, nella lunga estate dell'amore. Ma non essendoci notizie sugli anni successivi, gli investigatori hanno continuato a chiedersi se Steve Jobs fosse visionario di suo. O con un piccolo aiuto!
Ma che caratterino... - Non solo i nemici, ma anche gli amici, non risparmiano frecciatine sul carattere di Steve. Migliorato, secondo alcuni, dopo il suo avvicinamento ad alcune filosofie orientali, ma non abbastanza. Pretende troppo da se stesso e dagli altri. Per raggiungere i suoi obiettivi è pronto a distorcere la realtà in qualsiasi modo. È testardo. Non è forse grazie a queste caratteristiche, per quanto possano non essere sempre umanamente gradevoli, che si diventa grandi? Il dossier dell'FBI gli è costato il lavoro. Noi, sentitamente, ringraziamo. Sfogliandolo sui nostri iPad, dandone notizia agli amici con i nostri iPhone, non dimenticando mai di essere affamati e folli. (sp)
Chiara Reali
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