Anno 1947, (l'ennesimo) "primo viaggio" sulla Luna. Gli astronauti (un playboy misogino del dopoguerra e una donna alla spasmodica ricerca di pubblicità) scoprono ben presto che il nostro bel satellite è abitato, e che i lunatici sono piuttosto ostili alla Terra. Al termine di una serie di avventure all'altezza dei personaggi, e perciò piuttosto noiose, salvano la razza umana e tornano sulla Terra. Nel complesso, nulla che valga veramente la pena di ricordare di questo All Aboard for the Moon, romanzo breve di Harold Sherman (mai tradotto in italiano), se non fosse per l'astronave: identica, ma proprio identica (tolta la bandiera) alla Starship di Elon Musk - o di SpaceX, se preferite. È quella a destra nell'immagine qui sotto, per chi non l'avesse capito.

Pronta sulla sua piattaforma per i primi test di lancio e rientro in verticale, per questa volta non volerà nello Spazio: è infatti un primo modello (da 37 metri di altezza e 9 di larghezza), probabilmente di poco più piccolo del progetto finale di nave stellare - starship, appunto - che Musk vuole per inaugurare la navigazione turistica e commerciale nel Sistema Solare, prima con la tratta Terra-Luna e, in futuro, con destinazione Marte.