Ore 12,07 del 21 giugno: è questo l'esatto momento del solstizio d'estate per l'anno 2018 (per l'emisfero boreale). Scopriamo insieme alcune curiosità su questo particolare momento astronomico: certezze scientifiche e miti da sfatare.
È il giorno in cui fa NOTTE PIù TARDI: FALSO. È invece il giorno dell'anno in cui, nell'emisfero boreale, c'è il maggior numero di ore di luce (oltre 15 in Italia). Un intervallo di tempo - il crepuscolo, ovvero quello in cui la luce del Sole risulta visibile in atmosfera - che nei mesi scorsi è andato via via aumentando e che da oggi inizierà ad accorciarsi fino a culminare nel solstizio invernale, il dì più corto dell'anno. Dunque, non è necessariamente il giorno col tramonto più tardivo dell'anno: dipende dalla latitudine a cui ci trova.
Solstizio "significa" che il sole è fermo: VERO. Più precisamente la parola deriva dal latino sol, Sole, e -sistere, fermarsi - e sta a indicare il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo cammino apparente lungo l'eclittica, il punto di declinazione massima (minima, nel caso del solstizio d'inverno). Il Sole culmina allo zenit, nel punto più alto rispetto all'orizzonte del suo percorso annuale. In tutti i luoghi che si trovano a 23°27' di latitudine nord, i raggi del Sole a mezzogiorno cadono a perpendicolo. Il fenomeno è dovuto all'inclinazione dell'asse terrestre, la stessa ragione per cui abbiamo le stagioni.
OGGI la nostra attenzione È massima: vero. Una ricerca dell’Università di Liegi, in Belgio, ha scoperto che le aree cerebrali responsabili dell’attenzione sono più attive nei mesi caldi, raggiungendo il massimo con il solstizio d’estate. Lo studio è avvenuto ha coinvolto 26 volontari, sottoposti a risonanza magnetica funzionale in diversi periodi dell’anno. Il loro cervello è stato osservato durante lo svolgimento di compiti che hanno messo alla prova le loro abilità cognitive: da un lato, la loro capacità di attenzione (per esempio premere un pulsante il più velocemente possibile all’apparire di uno stimolo su uno schermo); dall’altro, l’efficienza della loro memoria di lavoro, che trattiene per poco ed elabora le informazioni utili nel breve periodo (per esempio ricordare sequenze di numeri, lettere o parole). Alla fine l'estate è risultata la stagione in cui l'attenzione è più attiva.
Stonehenge È legata al solstizio: VERO. In questa data in effetti un raggio di Sole attraversa una struttura composta da due pietre verticali sormontate da un'architrave centrale (trilite) e cade sull'altare centrale del sito archeologico: questo "segno" celeste permetteva agli antichi di individuare il passaggio delle stagioni.
In questa ricostruzione della Nasa si ha un'idea di quale doveva essere l'effetto del Sole al solstizio quando le pietre erano ancora intatte. Ancora oggi, Stonehenge è una delle mete privilegiate il 21 giugno, sia dai seguaci delle religioni di origine celtica, sia da turisti e curiosi.
LA DATA DEL SOLSTIZIO È FISSA: FALSO. Ogni anno questo momento slitta (anticipando) di circa 6 ore: ciò è dovuto al fenomeno della precessione (lo spostamento dell’asse attorno al quale la Terra compie la rotazione giornaliera). Ogni 4 anni torna al... punto di partenza con l'arrivo dell'anno bisestile, un artificio inventato per evitare il progressivo scostamento tra il calendario e le stagioni. E questo è anche il motivo per cui il solstizio d'estate cade il 21 giugno quasi sempre: può infatti accadere che cada anche il 20, come è capitato qualche anno fa. Per la stessa ragione il solstizio invernale "oscilla" tra il 21 o il 22 dicembre.