Non è dato sapere se i batteristi siano più intelligenti della media, ma si è scoperto che chi è capace di tenere il tempo con regolarità è mediamente più bravo nella risoluzione di compiti che richiedono logica e pianificazione. (Andrea Porta, 24 aprile 2008)
Siete bravi a tenere il tempo col piede quando ascoltate la musica? Se è così, è probabile che siate più intelligenti della media. Secondo i risultati di uno studio svedese esiste infatti una relazione tra l'intelligenza generale e l'abilità innata di scandire il ritmo. «È interessante soprattutto perché tenere il ritmo non richiede abilità cognitive», spiega Fredrik Ullén, del Karolinska Institutet di Stoccolma, che ha coordinato lo studio insieme a Guy Madison dell'Università di Umeå, sempre in Svezia. Secondo gli studiosi, la spiegazione della curiosa correlazione può essere solo una: alcune abilità cognitive necessarie alla risoluzione di problemi logici fanno affidamento alle stesse funzioni che ci permettono, quando teniamo il tempo, di calcolare d'istinto i millisecondi che intercorrono tra un battito e l'altro. Del resto, afferma Ullén, «sappiamo che l'accuratezza temporale è fondamentale nei processi di apprendimento e di gestione delle informazioni». A supportare l'ipotesi c'è poi un'altra scoperta: gli studiosi hanno notato che intelligenza e capacità ritmiche sono correlate a una quantità elevata di materia bianca nei lobi frontali del cervello, le aree coinvolte tanto nei processi di pianificazione quanto in quelli necessari alla percezione del tempo.