I due casi "celebri" di resurrezione, sono i più noti: quello di Lazzaro (ad opera di Gesù Cristo) e quello di Gesù stesso. In realtà, i mortali che secondo le Scritture ebbero in dono la resurrezione sulla Terra, e non solamente in Cielo, sono più di dieci.
Autori dei miracoli, oltre a Dio e a Cristo, sono principalmente gli apostoli Pietro e Paolo e i profeti Elia ed Eliseo. Nel Nuovo Testamento sono riportati i casi di Tabità, generosa sarta della cittadina di Giaffa, famosa per la quantità di opere buone, resuscitata dal Pietro (Atti 9, 36-43); Paolo Eutico è invece il ragazzo resuscitato da Paolo presso la città di Troade, dopo che Eutico si era addormentato mentre ascoltava l'apostolo, cadendo dalla finestra (Atti 20, 7-12).
Lazzaro di Betania, morto per una malattia, è stato resuscitato da Gesù dopo quattro giorni (Giovanni 11, 1-44); sempre Cristo ha resuscitato il figlio di un’anonima vedova della cittadina di Nain (Luca 7, 11-17) e la figlia di Giairo, un notabile di Cafarnao (Matteo 9, 18-26; Marco 5, 21-43; Luca 8, 40-56). Per quanto riguarda Gesù l'elenco è forzatamente incompleto: non tiene conto di un imprecisato numero di santi (nel senso di giusti), i cui corpi tornarono alla vita dopo l’ultimo respiro di Gesù sulla croce (Matteo 27, 50-53).
Profeti all’opera. Nel Vecchio Testamento sono citati i casi del figlio della vedova di Sarepta, città della Fenicia, resuscitato dal profeta Elia (Primo Libro dei Re 17, 8-24); il figlio della donna della cittadina di Sunam, resuscitato dal profeta Eliseo (Secondo Libro dei Re 4, 8-37); un uomo che venne a contatto con le ossa del profeta Eliseo (Secondo Libro dei Re 13, 1-25). Infine, in una visione, il profeta Ezechiele vede una valle cosparsa di ossa che tornano a vivere per opera di Dio (Libro di Ezechiele 37, 1-14).