Incompetenti, con poca esperienza, poco o troppo concentrati? Perché i portieri a volte sbagliano a parare un calcio di punizione? Non è una questione di professionalità ma di evoluzione...
Le punizioni a effetto sono quasi imprendibili anche per il migliore dei portieri. Nella foto, Gianluigi Buffon, portiere della Nazionale, dopo essere stato "infilato" durante un'amichevole con la Germania. |
Chi, giocando la partitella con gli amici del venerdì sera, non ha mai provato a emulare le gesta di Alessandro del Piero o di Alvaro Recoba battendo la classica punizione a effetto? Ebbene, se il vostro calcio piazzato è andato a buon fine gonfiando la rete alle spalle del portiere, non è solo merito di un innato talento, ma anche di un piccolo difetto che caratterizza il sistema visivo dell'uomo.
Visione distorta. Secondo gli studi della psicologa Cathy Craig della Queen's University di Belfast prevedere dove una palla a effetto finirà durante un calcio di punizione non è una questione di mestiere: la “bella” parata, in questi casi, sembra solo una pura casualità. L'occhio umano infatti non è in grado di calcolare la traiettoria che può tracciare una palla lanciata a tutta velocità. Craig si è ispirata al calcio di punizione del calciatore brasiliano Roberto Carlos durante Brasile - Francia del 1997 e tutt'ora considerato uno dei goal più belli della storia del calcio. Il pallone, alla fine di una traiettoria larghissima, ha curvato all'ultimo istante beffando il portiere e insaccandosi nella rete.
L'esperienza non serve. Ha deciso così di mettere alla prova alcuni giocatori esperti, facendo loro visionare una serie di punizioni virtuali su uno schermo e chiedendo di indicarle dove sarebbe finita la palla. Nemmeno i più bravi sono riusciti a capirlo.
Colpendo di taglio, il calciatore imprime alla palla il cosidetto “magnus”. Secondo tale principio, un corpo rotante che si sposta nell’aria è soggetto a variazioni di pressione che fanno curvare la traiettoria del moto in direzione opposta al verso di rotazione.
E tale effetto non è prevedibile dall'occhio umano. Questo, secondo Craig, avviene perché anticipare dove finisce una palla lanciata con un calcio, non è un compito indispensabile alla nostra evoluzione e quindi la natura non ci ha fornito un sistema visivo adatto allo scopo.
(Notizia aggiornata al 6 marzo 2006)