Tanto quanto ne trascorriamo mangiando: cioè, in una vita media di 70-80 anni, circa 5 anni. Se a questo aggiungiamo il tempo che passiamo dormendo (una media di 8 ore al giorno), viviamo a occhi chiusi per circa 30 anni.
Battiamo le palpebre 15-20 volte al minuto, 10 mila volte al giorno e più di sei milioni di volte l’anno. Ogni ammiccamento, come viene detto in medicina, dura 3-4 decimi di secondo.
Un battito di ciglia. Chiudiamo le palpebre per inumidire gli occhi, eliminare il pulviscolo, aiutare il drenaggio delle lacrime, distribuire il fluido lacrimale su tutto il bulbo.
Non solo: durante il battito, palpebra inferiore e superiore si avvicinano aiutando le ghiandole preposte a secernere il liquido che ricopre congiuntiva e cornea.
La frequenza dell’ammiccamento è influenzata da fattori esterni e da stati emotivi: per esempio, una conversazione concitata l’aumenta, così come l’ansia, la stanchezza, la rabbia, l’eccitazione. O condizioni ambientali irritanti: l’aria condizionata, il riscaldamento, il vento o il fumo, che rompono la pellicola lacrimale, costringendo l’occhio a battere le palpebre per riformarla.
Al contrario, la lettura, lo sguardo verso il basso o l’uso del computer diminuiscono la frequenza del battito