Il bilancio generale dell'Unione europea per il 2002 prevede entrate per 95.655 milioni di euro (erano meno di 20 mila milioni nel 1980) e uscite per 98.635 milioni. Per finanziarsi utilizza principalmente quattro canali: i prelievi agricoli (percepiti sulle importazioni dei prodotti agricoli provenienti dai paesi che non appartengono alla Ue), i dazi doganali (che sono le tariffe applicate agli scambi commerciali con l'estero), l'Iva e i contributi degli Stati membri (in base al prodotto nazionale lordo).
Le prime due risorse rappresentano circa il 16,5% del totale, l'Iva il 38,3%, mentre i contributi arrivano al 43%. Il 2,2% mancante deriva per lo più dalle imposte pagate dai funzionari europei e dalle multe inflitte dalla Commissione alle imprese.
Dove finiscono i soldi? Per quanto riguarda le spese, invece, gran parte delle risorse servono a finanziare l'agricoltura (45,2%). Seguono gli investimenti per lo sviluppo delle regioni più povere e la coesione economica e sociale fra gli Stati (34,5%). Molto staccata la ricerca scientifica e tecnologica (4,1), le politiche interne (come lavoro, trasporti, ambiente, istruzione, industria, energia, cultura, telecomunicazioni, al 2,4%), la politica estera (8,4%) e infine le spese di funzionamento dell'amministrazione, compresi gli stipendi dei circa 32 mila funzionari dell'Unione (5,2%).