Tutti abbiamo un lato "buono" e uno "meno buono", e Steve Jobs non faceva eccezione. La sua forte personalità poteva ispirare o distruggere chi gli stava vicino. Il biografo Walter Isaacson raccolta qualche aneddoto in cui Il boss di Apple si è comportato da vero, scusatemi il termine, stronzo.
“Licenziamenti lampo, reazioni violente e tante parolacce”
!&%$£(# - Isaacson racconta, per esempio, che Steve Jobs era solito maltrattare i partner quando non rispettavano standard e tempi di consegna. VLSI Technology, azienda che produce chip, era in crisi nella fornitura di alcuni componenti. Steve Jobs, e compagni, fecero irruzione nella sala riunione e volarono grandi parolacce all'indirizzo dei dirigenti presenti. Il risultato? I chip arrivarono ad Apple in tempo.
Basta, ti licenzio! - Altro episodio che fece andare su tutte le furie Steve Jobs fu all’epoca del lancio degli iMac “Bondi Blue”. Prese il telefono, chiamò il suo amico Lee Clow - responsabile della campagna pubblicitaria - e gli disse senza mezzi termini che il suo lavoro era completamente sbagliato e “non aveva idea di quello che stava facendo”. Voleva rimpiazzarlo con qualcun altro perché stava facendo “c******”. Clow gli fece vedere le foto originali delle pubblicità rispetto alle stampe: Clow aveva ragione, e Steve Jobs fece marcia indietro.
Hotel londinese - Conoscendo Steve Jobs, Jonathan Ive - il designer dell'iMac, iPod, iPhone e altri prodotti di Apple - andò in crisi quando si trovò a dovergli prenotare una stanza d’albergo a Londra. Scelse un hotel a 5 stelle ma Steve, quando lo vide, gli disse che la camera faceva davvero schifo, raccolse le sue cose e ne stacco quattro all’impiegato della reception.
Frullato sbagliato - Ive racconta anche la storia del frullato londinese. Entrarono in un grande centro commerciale e ne chiesero uno a testa. Jobs osservò per tutto il tempo la donna mentre lo preparava, e per tutto il tempo la criticò dicendole che non era capace. Dopo si sentì in colpa perché era un’anziana signora che faceva un lavoro che non le piaceva.
Jobs interview - Xerox Star, realizzato nel 1981, era un sistema di workstation destinato per la prima volta alle aziende. La sua particolarità è che poteva essere collegato in rete a formare una LAN locale. Steve Jobs e il suo team andarono a vederlo e la novità li lasciò piuttosto indifferenti. Xerox Star si rivelò successivamente un flop. Steve Jobs, qualche settimana dopo, chiamo però Bob Belleville - uno dei progettisti hardware del team Xerox Star - e gli disse che tutto quello che aveva fatto nella sua vita era un vero disastro e aggiunse… perché non viene a lavorare per me? Strano modo per reclutare collaboratori… Belleville entrò nel team Apple.
Paternità negata - Steve Jobs negò di essere il padre della figlia Lisa per anni, e lei e sua madre finirono per vivere con i sussidi statali. Il boss di Apple a un certo punto decise di assumersi le sue responsabilità e iniziò a pagare il mantenimento della figlia e rimborsò lo Stato della California. Lisa divenne un membro della sua famiglia, ma ciò non toglie che all'inizio la situazione non gli fece onore.
Licenziamenti lampo - Dopo aver lasciato Apple nel 1985, Steve Jobs fondò prima Next Computer e poi la Pixar. A un certo punto, purtroppo, si vide costretto a fare dei “tagli” nell’azienda specializzata in film di animazione. Mandò via le persone senza preavviso e senza alcuna indennità di fine rapporto. Anzi, Pamela Kerwin - che lavorava alla Pixar - racconta che il “preavviso” c’era ed era retroattivo a due settimane prima del reale licenziamento….
Bonus Wozniak - Sembra che quando Jobs lavorava in Atari, reclutò l'amico Steve Wozniak per sviluppare una versione ridotta del gioco Pong. C’era un bel bonus in palio se il lavoro fosse stato finito presto e bene, Jobs mentì a Wozniak sull’entità dei soldi in ballo e si tenne la maggior parte del bonus per sé.
Niente options - Daniel Kottke è stato uno dei primi dipendenti di Apple e anche un amico personale di Jobs. I due fecero insieme due viaggi in India nel 1974, ma per qualche incomprensibile ragione, Steve non gli diede mai delle stock options. Rod Holt, uno degli ingegneri dei primi Apple, si intromise nella questione e disse a Jobs che qualsiasi cosa avesse dato a Daniel sarebbe stato contento. E Steve risposte: "Va bene. Gli darò zero".
Vuoi lavorare per me? - Isaacson racconta anche un episodio relativo a un colloquio di lavoro a un candidato che voleva lavorare in Apple. Jobs iniziò a fargli domande del tipo… “Quanti anni avevi quando hai perso la verginità?”. Il ragazzo risposte sconcertato…. "Scusi, cosa ha detto?”. E Jobs continuò con una raffica di altre questione imbarazzanti: “Sei vergine?” e “quante volte ti sei fatto di LSD?”. Il ragazzo diventò gradualmente sempre più paonazzo e andò letteralmente nel pallone. A un certo punto ammise che “non era la persona giusta per loro” e se ne andò.
Nuvole minacciose - Il servizio MobileMe fu lanciato nell'estate del 2008 e fu subito chiaro che non funzionava come sperato. Gli utenti non riuscivano ad accedere ai propri dati e a sincronizzarli con i loro dispositivi.
La stampa definì impietosamente MobileMe come un “servizio non finito”. Steve Jobs affrontò il problema riunendo il team di MobileMe chiedendogli cosa avrebbe dovuto fare il servizio cloud. I tecnici risposero e Jobs replicò con un “allora perché c**** non lo fa?”. Poi licenziò all’istante il responsabile di MobileMe e lo sostituì con Eddie Cue.
Rivoluzione iPad - Steve Jobs voleva una campagna pubblicitaria grandiosa per l'iPad. Non gli piaceva la prima serie di video promozionali, così chiamò James Vincent, responsabile della pubblicità, e gli disse che i suoi spot facevano schifo e che l'iPad stava rivoluzionando il mondo. Serviva uno spot “rivoluzionario” e non quella robetta che si era inventata. I due discussero a lungo e, dopo vari tentativi, James Vincent finalmente trovò un’idea geniale che piacque a Steve Jobs.
Fotogallery - Video tributo a Steve Jobs