I piercing, perforazione di orecchie o altre parti corporee per inserirvi orecchini e spille, comparsi nelle nostre città negli anni Ottanta, con il diffondersi della cultura punk, oggi sono diventati ormai un fenomeno di massa, diffuso in tutte le classi sociali. Ma quest'usanza ha una lunga storia con un significato sociale e simbolico ben preciso, come dimostra la pubblicazione sulla rivista Antiquity di uno studio sul ritrovamento di un centinaio di piercing che risalgono a 11 mila anni fa, i più antichi mai scoperti finora.
Semplici ma simbolici. Fatti di selce, ossidiana, pietra serpentina, calcarea e rame nativo, o semplici sassolini di fiume modificati, questi ornamenti sono stati trovati in una serie tombe del Neolitico della Turchia sud-orientale, a Boncuklu Tarla (provincia di Mardin), proprio in corrispondenza delle orecchie, dei denti e del mento dei defunti, uomini e donne.
A ognuno il suo. Quelli all'orecchio dovevano trapassate la cartilagine ed erano a forma di chiodo, quelli che venivano conficcati sotto il labbro, i labret, erano a bottone e le tracce dello sfregamento contro i denti sono state rilevate a conferma del loro posizionamento. Secondo gli autori dello studio, Ergül Codas, Emma Baysal e KazIm Özkan, affiliati a tre diverse università turche, questi piercing segnano un cambio dell'immagine dell'ornamento personale nel primo Neolitico: in precedenza, orecchini e pendagli si potevano mettere e togliere, cioè segnavano un cambio e un'aggiunta simbolica solo temporanei dell'aspetto di un individuo.
Per sempre. Con i piercing, invece, si trasformava il corpo in modo permanente: l'oggetto simbolico entrava nel fisico della persona con conseguenze a lungo termine. I piercing alle orecchie e i labret si usavano per trasgredire i confini corporei. «Rompere la barriera della pelle, entrare nelle cartilagini o nella carne sotto il labbro creava un ponte che colmava il divario tra il sé esterno, quello sociale, e il sé intimo», spiegano i ricercatori. «Assieme all'inflizione deliberata del dolore (allora non c'erano gli anestetici di oggi e il rischio di infezioni era superiore, ndr) il piercing aveva certamente un significato per la strutturazione delle identità nelle prime comunità umane sedentarie». In altre parole, i piercing richiedevano tempo nell'applicazione, dolore e cura, quindi si prestavano ad ambiti rituali e poi dovevano essere seguiti da una buona dose di adattamento fisico e mentale.
Riti di passaggio. La modificazione permanente del corpo (come l'origine di tatuaggi e scarificazioni ) richiedeva l'accettazione intima di una identità religiosa e sociale.
Un esempio in tal senso, come pratica ancora in uso ai nostri tempi con significato rituale-religioso, è quello della circoncisione praticata da ebrei e musulmani. Non sappiamo esattamente quale fosse il riferimento religioso a Boncuklu Tarla 11 mila anni fa, ma è molto significativo che nel sito turco i piercing alle orecchie e i labret sono stati trovati solo in individui adulti, sia uomini che donne, e non accanto a bambini e adolescenti, segno che dovevano riguardare un rituale di passaggio allo status di adulti.