Siamo abituati a considerare la festa di Halloween, il 31 ottobre, con la zucca e il celebre ritornello "dolcetto o scherzetto!", come un "festeggiamento d'importazione americana" che poco alla volta ha preso piede anche nel nostro Paese. Ma tradizioni di questo tipo si rintracciano anche nella nostra cultura. Zucche, questua, offerte di cibo e filastrocche recitate alla vigilia di Ognissanti compaiono infatti anche nella tradizione popolare di molte regioni.
In val d'Ossola (Piemonte), per esempio, dopo la cena di rito le famiglie lasciavano le case vuote e la tavola imbandita, perché gli spiriti dei trapassati potessero ristorarsi in pace. Stessa usanza in Sardegna dove, in più, i bambini facevano il giro del paese bussando alle porte e sussurrando "morti, morti..." per avere in cambio dolci e frutta secca. In Romagna i mendicanti elemosinavano di casa in casa le "offerte per i morti", e ancora oggi in Sicilia si preparano dolci per i bambini, dicendo loro che sono regali portati dall'aldilà.
Resurrezione. L'usanza della zucca svuotata, invece, è praticata a Bormio dove, la notte del 2 novembre, era posta ricolma di vino davanti alla finestra per dissetare i defunti. In Veneto si trasformava in lanterna, o "lumera", dove la candela simboleggiava la resurrezione delle anime. In Puglia si festeggia ancora con zucche decorate, dette "cocce priatorje", con falò agli incroci e nelle piazze e offerte di cibo agli angoli delle strade. In alcune località abruzzesi, infine, è viva l'usanza delle zucche decorate e della questua dei giovani del paese. Proprio come... a New York.
Le streghe sono (anche) qui. Ma c'è un altro aspetto, sempre italiano e più inquietante, quello delle streghe. Streghe vere, all'opera tutto l'anno, e che non pensano che ciò che fanno sia soltanto uno scherzo. Su Focus 241 (novembre 2012) Franco Capone raccontava che Italia non c'è solo Halloween, ma si fa anche stregoneria vera. Una stregoneria che affonda le sue radici in antichi culti e tradizioni pagane che sono tutte italiane.

Sono seguaci della wicca, la moderna stregoneria, di cui si stimano 1-2 milioni di praticanti nel mondo. Sono diffusi soprattutto nel mondo anglosassone, ma non mancano anche in Italia, soprattutto in Piemonte, Lazio e Lombardia.
Le streghe di oggi leggono il futuro con i tarocchi, usano simboli come la bacchetta o il pentacolo (la stella a 5 punte), celebrano la Luna piena e sottopongono aspiranti streghe e stregoni a tre gradi di iniziazione: due pubblici e uno segreto.
E i sabba - le loro feste - sono momenti di piacere collettivo con banchetti e danze in libertà sulla linea del culto precristiano della fertilità.