Per la sua resistenza agli acidi e al calore, l’amianto è stato spesso usato come isolante. Tuttavia le microfibre che produce (nella foto), se inalate provocano nell’uomo gravi malattie, come l’asbestosi (polmonite cronica) e addirittura il cancro ai polmoni. E’ per questa ragione che la legge n. 257 del 27 marzo 1992, all’articolo 2, vieta “l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto”.
Cosa dice la legge. La stessa legge, però, stabiliva che il divieto sarebbe entrato in vigore a partire da un anno dopo. Tra i prodotti di amianto o contenenti amianto (lastre, tubi, canalizzazioni, giunti, filtri, diaframmi) che la legge vieta, ci sono anche le “guarnizioni di attrito per veicoli a motore” e le “guarnizioni delle testate per motori”.
La stessa legge, all’articolo 10, affida alle Regioni e alle unità sanitarie locali il compito di individuare “le situazioni di pericolo derivanti dalla presenza di amianto”, il “censimento degli edifici che contengono amianto” e di preparare appositi piani di “protezione dell’ambiente, decontaminazione, smaltimento e bonifica”. I criteri con cui attuare questi piani sono stati in seguito precisati in un decreto del presidente della Repubblica dell’8 agosto 1994.