Ci sono due sconosciuti nel primo still life di Parigi, realizzato nel 1838 da Louis-Jacques-Mandé Daguerre (1787-1851), artista francese padre del dagherrotipo, tecnica che precorre la moderna fotografia consistente in una lastra di rame ricoperta da uno strato d'argento su cui venivano fissate le immagini attraverso lunghi procedimenti chimici.
L'immagine ritrae il Boulevard du Temple, scorcio stradale in cui si scorgono due figure umane nella zona inferiore di sinistra: un lustrascarpe (la cui ombra si intuisce appena) e, più visibile, un suo cliente. Lo scatto ebbe bisogno di un "tempo di esposizione" di oltre dieci minuti, perciò non c'è traccia di persone o carrozze. L'uomo, intento a farsi lustrare le scarpe, restò invece fermo abbastanza a lungo da essere impressionato nell'immagine finale.

L'Attesa più lunga. Ancora più lungo fu il tempo di esposizione di quella che è considerata la prima foto permanente della storia giunta fino a noi (autorevoli e precedenti tentativi produssero impressioni capaci di sopravvivere poche ore, quando non solamente minuti). È un altro scatto francese, opera del pioniere Joseph Nicéphore Niépce (1765- 1833), che attorno al 1826 realizzò la fotografia nota come Vue de la fenêtre du domaine du Gras (vista dalla finestra a Le Gras), proprio dalla finestra del suo appartamento a Saint-Loup-de-Varennes (Borgogna, Francia), catturando l'immagine attraverso una camera oscura artigianale e un'attesa di ben otto ore.
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