La parola deriva dal francese ultra-royaliste, cioè “ultra realista”, che stava a indicare la forza politica preponderante ai tempi della Seconda Restaurazione (1815-1830).
Gli “ultras” erano gli esponenti più radicali dell’estrema destra e ancora oggi, in Francia, questa parola si usa per identificare chi promuove le proprie opinioni con eccessiva durezza di modi.
Nel tifo calcistico, invece, gli ultras (o ultrà) rappresentano lo zoccolo duro del tifo, sono organizzati in gruppi e sono spesso politicamente schierati; per questi motivi, giornali e tv italiani a partire dagli anni ’60, col nascere del tifo organizzato, hanno iniziato a utilizzare questo termine.
Si ritiene erroneamente che la parola ultras sia l’equivalente dell’inglese hooligan: quest’ultimo termine, però, indica unicamente i tifosi che si distinguono per un comportamento particolarmente aggressivo e violento dentro e fuori dagli stadi.
Gli ultras, invece, sono in generale tutti quei tifosi che seguono in modo costante la propria squadra del cuore, sono affiliati a un gruppo riconosciuto dalla società e occupano il settore dello stadio comunemente detto “curva”.