Dimenticate il volantinaggio ai mercati rionali, i gazebo e i comizi nelle piazze. I politici stanno sperimentando strategie più originali, divertenti e incisive per farsi conoscere (e possibilmente, votare). Il nuovo linguaggio delle campagne elettorali strizza l'occhio a un ampio spettro di tecniche comunicative che attingono al mondo del web e dei social network, del cinema e dello spettacolo, del marketing e della pubblicità.
E puntano più a stupire l'interlocutore con le carte dell'ironia e del doppio senso, talvolta anche "hot", invece di informare sui programmi politici e sui progetti per il futuro.
Tutti al voto!
Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le occasioni che hanno visto gli Italiani recarsi alle urne. Alcune campagne elettorali sono state particolarmente efficaci, altre non hanno colpito nel segno. Ma le tecniche di propaganda che stiamo per mostrarvi sono talmente irriverenti che difficilmente avrete già visto qualcosa di simile. Le più divertenti forme di promozione politiche osservate in ogni angolo del mondo.
Se è vero che sono i linguaggi meno convenzionali a colpire nel segno, uno dei più efficaci è quello del guerrilla marketing elettorale. La politica l'ha scoperto solo recentemente, e a fare scuola è stata la campagna presidenziale di Barack Obama. Alcuni dei 639 milioni di dollari raccolti dal presidente hanno finanziato arredi urbani da posizionare in punti strategici della città, per entrare direttamente in contatto anche con gli elettori più distratti.
Sono bastati pochi loghi adesivi appiccicati nei luoghi giusti: sul verde di un semaforo (con lo slogan "GObama"), per esempio, o sul pulsante per la ricezione del resto di un distributore automatico ("Obama: Press for Change"). Gli stickers erano disponibili online e gli elettori erano invitati a stamparli su carta adesiva per appiccicarli nei vari punti della città.
Non solo USA. Anche i politici inglesi hanno fatto la loro parte esponendo la sagoma di David Cameron con un cappio al collo per indicare lo stallo del Parlamento inglese prima delle elezioni del 2010 (hung parliament, "parlamento impiccato" in inglese indica una situazione politica in cui nessun partito ha la maggioranza per governare).
Giardinieri d'assalto. Nel nostro paese questa forma di marketing virale non ha ancora svelato le sue potenzialità a livello politico. Un caso piuttosto isolato è quello del "guerrilla gardening" messo in opera lo scorso anno dai sostenitori di Nichi Vendola in alcuni comuni pugliesi. Armati di rastrelli, piantine e terriccio i volontari hanno rimesso in sesto aree incolte trasformandole in aiuole ordinate. Un po' di cura per il territorio vale più di mille parole…
Gli esempi più curiosi di guerrilla elettorale in questa fotogallery.
Il guerrilla marketing è una forma di promozione pubblicitaria che sfrutta strumenti invasivi, interattivi e non convenzionali per far breccia nell'immaginazione dell'interlocutore. Si avvale di un budget contenuto e di idee sorprendenti in grado di stuzzicare alcuni meccanismi psicologici che rendono il messaggio virale. Il termine è stato coniato dal pubblicitario statunitense Jay Conrad Levinson nel suo libro omonimo uscito nel 1984 e da allora è entrato nel linguaggio comune. Gli esempi più originali di guerrilla marketing pubblicitario li trovi sul blog iSpot.
Gadget per tutti! Gratis per viziare gli elettori, a pagamento per finanziare la campagna elettorale, spiritosi per denigrare l'avversario. Il merchandising autorizzato e non sta diventando parte integrante di ogni campagna elettorale che si rispetti. Le ultime presidenziali americane hanno "sfornato" cappellini da baseball, tutine per cani, salse barbecue, bambole e persino scatole di profilattici con la faccia di Barack Obama, oltre a spille che elencavano le cadute dei precedenti governi con lo slogan "se ne hai abbastanza, vota democratico!". Salsicce "schierate". Le elezioni britanniche del 2010 non sono state da meno e, tanto per restare in Europa, alle ultime parlamentari del 2009 l'Unione Cristiano Democratico tedesca ha festeggiato il successo elettorale con un party a base di salsicce "marchiate" con il logo del partito (il cui leader è l'attuale cancelliera Angela Merkel).
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Economici e affiggibili pressoché ovunque, difficilmente i manifesti elettorali andranno in pensione.
Fortunatamente, però, si stanno diffondendo alcuni trucchi per rendere indimenticabili anche i cartelloni più obsoleti. Uno degli esempi più discussi l'ha fornito Vera Lengsfeld, candidata dell'Unione Cristiano Democratica alle elezioni tedesche del settembre 2009. Per l'occasione la signora ha posato con una vistosa scollatura accanto a una foto della sua leader Angela Merkel, immortalata con il generoso decolleté in bella vista all'Opera di Oslo. Sotto al doppio cartellone lo slogan: "Abbiamo di più da offrire". Non esattamente un inno alle doti governative femminili.
Cognome imbarazzante. Ma la fantasia non manca neanche in terra nostrana.Condannato a una scomoda omonimia, Fabrizio D'Addario, candidato per il Pdl alle regionali in Puglia 2010, ha ideato un manifesto che ritrae un paio di gambe femminili con indosso soltanto i tacchi a spillo. Il suo motto? "Non sono una escort ma mi candido lo stesso". Molto efficaci anche gli slogan "di-versi" utilizzati nella campagna 2010 di Nichi Vendola: un esempio? "Col contratto co.co.pro questo bimbo a chi lo do?". Dissacranti e spesso non autorizzati anche i manifesti "tarocchi" che hanno fatto il giro del web in seguito alle ultime elezioni politiche del 2008 (per vederli vai alla fotogallery!).
Troppo tardi. Interessanti anche i manifesti affissi dagli attivisti di Greenpeace all'aeroporto di Copenhagen in occasione del summit sul clima 2010. Protagonisti i leader mondiali con volti invecchiati di 10 anni e la scritta "Mi dispiace. Avremmo potuto fermare i cambiamenti climatici ma non l’abbiamo fatto". Lo slogan? "Act now, change the future".
Manifesti dipinti a mano. A cielo aperto come i manifesti, ma realizzati a mano libera da singoli artisti sono anche altri originali mezzi di comunicazione politica: murales e graffiti. Usati per comunicare il dissenso, o il sostegno a un candidato si trasformano spesso in vere e propri capolavori di arte di strada.
Tremate aiutanti del male: è in arrivo Charlie Wheelan, l'eroe senza macchia! Nel 2009 il candidato democratico al Congresso Americano si è autopromosso con un cartone animato stile Superman (Charlie Wheelan the Bright Knight) in cui difende l'economia di Chicago. Nonostante i superpoteri, Wheelan quell'anno perse (vai alla videogallery). I film di animazione sono usati anche come "arma" per screditare gli avversari: così di Dina Titus, ex rappresentante dello stato del Nevada accusata di aver accettato soldi dalla multinazionale statunitense Enron Corporation prima dello storico fallimento, viene sbeffeggiata in un video in cui la sua caricatura passa al "lato oscuro della forza". Più pulito di così… Altri politici preferiscono recitare in prima persona: John Hickenlooper, governatore del Colorado, si è fatto riprendere più volte mentre si faceva la doccia vestito accompagnato dalle parole "John Hickenlooper, a clean politician".
Youtube rimane comunque un canale di comunicazione preferenziale anche per le mansioni politiche ordinarie e non c'è politico che si rispetti che non abbia un proprio canale su questo sito di condivisione. Nel 2010, per esempio, il videomessaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Napolitano ha totalizzato 34 mila visualizzazioni battendo persino il tradizionale discorso del sabato di Barack Obama, postato la settimana successiva e seguito da circa 3 mila utenti.
Cinguettii illustri. Nella panoramica delle nuove "casse di risonanza" della politica non poteva certo mancare Twitter. Con 7 milioni 636 mila follower Barack Obama si conferma il politico più tech-addicted in circolazione, ma nella classifica degli amanti dei popolari "cinguettii" è in buona compagnia. Anche il leader venezuelano Hugo Chavez, dopo le accuse di aver tentato di bloccare con la censura i social network nel suo paese si è convertito a Twitter. Ed è ora seguito da ben 1 milione 437 mila utenti. Secondo il quotidiano messicano El Universal daily Chavez sarebbe il secondo uomo politico con più follower, seguito da 5 altri leader latinoamericani (il messicano Calderon, la brasiliana Rousseff, l'argentina Fernandez, Fidel Castro e Juan Manuel Santos per la Colombia). Tra i più popolari anche il primo ministro canadese Stephen Harper.
Fai il tuo dovere! Particolarmente virali, anche se non inclusi in alcuna campagna di partito, sono i video ideati dal Parlamento Europeo nel giugno 2009 per convincere gli elettori ad andare a votare. Il messaggio "c’è sempre tempo per andare a votare" è reso, per esempio, da una scena in cui un gruppo di ciclisti esce in massa dal tracciato di gara per recarsi alle urne. Ha scelto video politici per la sua campagna di lancio anche il quotidiano tedesco Sonntags Zeitung, ricorso ad avvenimenti politici reali (come una conferenza stampa con George Bush in reale difficoltà di fronte ai giornalisti) opportunamente rimaneggiati con risultati comunicativi esilaranti (vai alla videogallery).