L’ambiente influisce molto sulla percezione del gusto. Un team di ricercatori dell’Università di Oxford (Gran Bretagna) ha chiesto a 440 persone di assaggiare lo stesso whisky per tre volte ma in ambienti diversi. La prima stanza era piena di piante, aveva un tappeto d’erba e sedie a sdraio su cui i partecipanti erano invitati a sedersi. Nell’aria c’era un aroma di erba tagliata e in sottofondo il fruscio delle fronde degli alberi e il cinguettìo degli uccelli.
Suoni e profumi contano! La seconda stanza aveva mobili e infissi rotondi, e grandi poltrone imbottite, anch’esse tondeggianti, per trasmettere una sensazione di morbidezza e dolcezza. In più, c’era una ciotola di frutti rossi maturi, vi si percepiva una fragranza dolce e un tintinnìo acuto di campane. Infine, l’ultima stanza era tutta di legno, dai mobili, agli oggetti, fino al rivestimento di pareti e pavimenti. Nell’aria c’era profumo di legno e si avvertiva lo scoppiettìo di un caminetto.
A seconda del contesto, gli assaggiatori giudicarono il whisky “erboso”, “dolce” o “boisé” (legnoso). Non solo: pur sapendo che avevano assaporato sempre la stessa bevanda, dissero di preferire il whisky della stanza “legnosa”. Condizionamenti di questo tipo avvengono abitualmente, se si gustano i cibi in ambienti più o meno confortevoli. Sempre all’Università di Oxford, si è scoperto che una caramella mou risulta più o meno dolce a seconda che si stia ascoltando musica dai toni acuti oppure bassi.