A meno di un mese dalle Olimpiadi l'aria di Beijing (Pechino) è ancora terribilmente inquinata. A farne le spese saranno soprattutto gli atleti impegnati in gare di resistenza come la maratona. (Alessandro Bolla, 14 luglio 2008)
Quando nel 2001 il governo cinese ottenne l'assegnazione delle Olimpiadi, si impegnò con la comunità internazionale a migliorare la qualità dell'aria della propria capitale, nota per essere una delle città più inquinate del mondo, così da renderla "idonea" ad accogliere atleti e appassionati di sport da ogni angolo del pianeta. Ma a meno di un mese dall'inizio dei Giochi, qual è la situazione della metropoli? Per rispondere a questa domanda James Raynolds, un giornalista della Bbc, ha girato in lungo e in largo Beijing per 7 giorni, armato di un rilevatore di pm10 portatile. Raynolds ha potuto constatare come i livelli di inquinamento della città siano stati ben oltre le soglie massime previste dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per 6 giorni su 7 e come il livello medio di polveri sottili, le più pericolose perché si depositano nei polmoni, sia stato in alcuni casi fino a 7 volte più alto del massimo consentito. L'amministrazione della città ha dichiarato di aver già fatto molto per ridurre i livelli di inquinamento: ha bloccato i cantieri e le attività industriali e ha limitato moltissimo la circolazione delle auto private. Negli ultimi mesi il Comitato Olimpico ha più volte minacciato di spostare alcune gare (tra cui la maratona e le lunghe distanze di ciclismo) se la situazione dell'aria di Pechino non migliorerà. Ma a meno di un mese dall'inaugurazione dei Giochi la situazione non sembra proprio delle migliori.