Gargantua e Pantagruel è una raccolta di cinque romanzi scritti nel XVI secolo dal satirico francese François Rabelais, che vedono protagonisti il gigante Gargantua, suo figlio Pantagruel e vari compagni le cui avventure diventano un spunto per mettere alla berlina le abitudini, le follie e le superstizioni del '500.
Tutti a tavola. I primi due volumi ebbero molto successo diventando rapidamente un classico della letteratura umoristica. Il primo libro (1532) vede protagonista Pantagruel, giovane gigante dotato di enorme forza e appetito. Ed è proprio per la voracità e le abbuffate a tavola, a cui si sottopongono lui, il padre e la loro compagnia di giganti, che nel tempo pantagruelico e gargantuesco sono diventati sinonimo innanzitutto di banchetto ricco, di una festa dove si mangia e si beve in modo eccessivo (anche se, in realtà, Pantagruel è vorace anche di conoscenza e di cultura oltre che di cibo). Successivamente pantagruelico ha visto ampliato il suo significato e ora viene usato per descrivere qualcosa che ha dimensioni enormi, fuori dal comune, gigantesche, non necessariamente riferito a feste o banchetti.
In nome della satira. Tornando al concetto dell’abbuffata, questo è il filo rosso che unisce anche gli altri libri della raccolta, dove Rabelais non perde mai di vista il suo intento: fare satira dei suoi tempi. Così se il secondo volume, Gargantua (1534), è una critica alla pedagogia scolastica vecchio stile in contrapposizione agli ideali del re Francesco I, e ai suoi sforzi per riformare la chiesa francese, nel terzo Rabelais fa ironia su sesso, amore e matrimonio e prende in giro indovini, giudici e poeti. Mentre nel quarto libro (1552), che vede Pantagruel e la sua allegra brigata andarsene in giro per il mondo, l’autore coglie l’opportunità di mettere alla berlina nientemeno che la politica e la religione del 500, sfidando la censura.
Etimologia. Curiosamente, Gargantua ha la stessa radice (garg-) del latino gargăla (“trachea”), dell’italiano gargarozzo e dello spagnolo garganta (“gola”). Mentre per quanto riguarda Pantagruel è lo stesso Rabelais a svelarne l'origine: “…E poiché in quel giorno nacque Pantagruel, il padre gli impose quel nome da Panta che in greco vuol dire tutto e Gruel che, in lingua agarena significa assetato”.