L’espressione proviene da una raffinata strategia di guerra impiegata dagli indiani d’America: procedere uno dietro l’altro consentiva loro di non far sapere al nemico, fino all’ultimo momento, in che modo si sarebbero schierati per la battaglia. Lo stesso modo di procedere veniva anche utilizzato, a battaglia conclusa, per trasferire i prigionieri catturati. Marciare in fila era anche il sistema migliore per muoversi molto silenziosamente e questo poteva essere utile nelle battute di caccia, per accerchiare la selvaggina.
Non solo indiani. Questa tecnica di spostamento si rivela comunque utile in tutti i territori impervi, tanto che molte tribù indigene della foresta o della savana, dalla Nuova Guinea all’Africa, continuano a farne uso. Il modo di dire è arrivato da noi nel secolo scorso: utilizzato per la prima volta dai francesi, si è diffuso da lì in tutta Europa.