"Andare a ramengo" è un'espressione che significa "finire male", ma che in origine, più precisamente, significava"andare in rovina, in bancarotta". Perché si dice proprio così? La frase nasce nella città piemontese di Asti e ha origini molto antiche; risale infati all'Alto Medioevo quando Asti era la capitale di un ducato di origine longobarda (dal VI al IX secolo).
Al confino. In questo periodo e per molti secoli successivi, anche quando Asti fu integrata al Ducato di Savoia, i condannati per reati relativi al patrimonio – e soprattutto gli autori di fallimenti – venivano confinati nel comune più periferico del ducato che appunto, si chiamava Aramengo, un comune situato oggi in una splendida posizione collinare al confine tra le province di Asti e di Torino.
Si suppone che il comune abbia preso il nome dal ruolo che gli fu attribuito, trasformando il latino andare ad ramingum, cioè allontanarsi, nel maccheronico aramengo, luogo designato per chi viene allontanato dalla città. Andare ad Aramengo (o a ramengo, come poi è entrato nell'uso) divenne presto una locuzione popolare diffusa in Piemonte e nella Lombardia occidentale e con l'unità d'Italia si propagò all'intera Penisola.