Le donne lo sanno bene: se si tratta di andare in una toilette pubblica di un cinema o di un autogrill, la coda è sempre e solo davanti alla porta del bagno femminile. A svelare i motivi di questo fastidioso ed (evidentemente) irrisolvibile problemino che generazioni di donne si tramandano di madre in figlia, ci ha pensato un (serio) studio dell'Università belga di Gand.
meno bagni, più esigenze. Il primo motivo è che il numero di servizi igienici a disposizione per le donne è generalmente inferiore. Spesso, infatti, la superficie dedicata ai bagni è la stessa per entrambi i sessi, ma gli uomini, oltre alle cabine wc, possono disporre di orinatoi installati a parete. Si calcola quindi che in media un bagno maschile ospiti dal 20% al 30% in più di servizi igienici rispetto al bagno femminile.
A parità di "bisogni" le donne trascorrono poi dall'1,5% al 2% di tempo in più in bagno rispetto agli uomini: a differenza di un orinatoio, infatti, le cabine wc femminili possiedono porte che devono essere aperte e chiuse due volte, c'è il sedile del water da pulire (se non si vogliono tentare equilibrismi), e la borsa da appendere (se il bagno dispone di un gancio) o da tenere in braccio, complicando ancora di più le operazioni.
servizi unisex. Un'altra spiegazione delle code fuori dai bagni femminili sono i bambini, di entrambi i sessi, che il più delle volte frequentano i bagni femminili accompagnati dalle mamme. Nonostante questo, in media, il tempo trascorso alla toilette è di 1 minuto per gli uomini e di solo 1 minuto e 30 secondi per le donne.
Secondo gli studiosi, la soluzione per evitare le disparità sarebbero i servizi igienici unisex, utilizzabili da entrambi i sessi e forniti di cabine opzionalmente dotate di orinatoi extra per gli uomini. La condivisione dei bagni abbasserebbe il tempo medio di attesa; per le donne calerebbe da 6 minuti a meno di 1 minuto e 30 secondi.
Questo articolo di Roberto Mammì è tratto da Focus D&R.