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Perché nei risultati dell'atletica leggera si tiene conto anche del vento?

Durante alcune gare di atletica leggera sentiamo spesso menzionare l'espressione vento "a favore" o " contro". Vediamo cosa significa.

In alcune discipline dell'atletica leggera, in presenza di vento che può dare una spinta alle spalle di più di due metri al secondo, la prestazione è considerata falsata, e dunque valida solo ai fini della competizione (visto chegli atleti presenti gareggiano nelle stesse condizioni) ma non della ratifica di un eventuale record.

 

Correre come il vento. Le gare a cui si applica tale regola sono 100 e 200 metri piani, 100/110 metri ostacoli, salto in lungo e salto triplo. Se ai Giochi di Tokyo, per esempio, un atleta dovesse stabilire un record del mondo, olimpico, continentale o anche nazionale in tali discipline, questo sarebbe confermato solo in presenza di un vento a favore inferiore ai due metri al secondo.

Gli anemometri sono in funzione dagli anni Trenta del Novecento su piste e pedane, ma è solo dal dopoguerra che i 2 metri al secondo vengono considerati una discriminante per la validità di un record. Il vento influenza lievemente anche i lanci, soprattutto il giavellotto e il disco, ma in tal caso non viene considerato poiché di rilievo trascurabile. 

Velocità: 100/200 metri piani. Ma quanto si allena un velocista olimpico? Gli sprinter concentrano i loro sforzi quotidiani al fine di rendere al meglio per gare di una manciata di secondi e che, nel caso dei Giochi olimpici, si svolgono nell'arco di 2-3 giorni ravvicinati. In sostanza è richiesto un dispendio energetico massimo ma per un tempo molto limitato, fattore che aumenta il rischio di infortuni.

Questi atleti-jet sono infatti soggetti a contratture o, più spesso, a stiramenti al bicipite femorale, che si prevengono con un corretto allenamento aerobico,con lavori di potenziamento muscolare e, soprattutto, con una corretta procedura di riscaldamento pre-gara. Più di rado, le noie riguardano la muscolatura degli adduttori o dei polpacci: in tal caso si interviene con un'adeguata correzione della tecnica di corsa e con un più oculato utilizzo degli esercizi ad alta intensità.

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Di Simone Valtieri, tratto da Focus 346 (agosto 2021).

5 agosto 2021
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