Le puzzette: quasi tutte le fanno, nessuno lo ammette. Molto imbarazzanti per chi le fa, motivo di risate e di scherno per chi le sente. Ma perché i peti altrui suscitano tanta ilarità? Incredibile ma vero: fior di pensatori e filosofi hanno provato a dare una spiegazione anche perché, a quanto si sa, fanno questo effetto dal tempo dei Sumeri, e presumibilmente anche prima.
Nei secoli dei secoli. Le prime testimonianze sull'ilarità provocata delle flatulenze risalgono all'epoca sumera (IV-III millennio a.C.), e i motivi per cui le troviamo così divertenti sono stati indagati nei secoli. Per esempio, nella sua Teoria della Superiorità, il filosofo britannico Thomas Hobbes (1588-1679) spiegò come a renderci irrazionalmente contenti sia il fatto di sentirci migliori di chi le fa.
La puzzetta più divertente. Non solo. I filosofi tedeschi Immanuel Kant (1724-1804) e Arthur Schopenhauer (1788-1860) aggiunsero l'elemento dell'incongruenza: la flatulenza ci farebbe ridere perché inattesa e sorprendente, specie se fuori contesto. Infine, Sigmund Freud (1856-1939) spiegò che ridere per una "scoreggia" aiuta a scaricare la tensione riguardo a quello che è considerato un tabù della nostra società.
Recentemente, la biologa e divulgatrice scientifica Helen Pilcher ha condotto uno studio per mettere a fuoco la "formula matematica" della puzzetta più divertente, che dovrebbe essere acuta e lunga, meglio se "sganciata" in contesti imbarazzanti.