La mansarda è una particolare forma di tetto che permette di ottenere un altro ambiente abitabile, oltre ai piani già presenti nell'edificio. È una soluzione che tutti conosciamo e con cui potremmo esserci scontrati durante la ricerca di una casa da affittare o acquistare. Meno nota è invece l'origine di questo termine, che deriva dall'architetto francese François Mansart. Se infatti i tetti a due spioventi erano già in uso nei paesi nordici nel medioevo, è stato soprattutto grazie a Mansart che questa formula ha preso piede in Francia ed è arrivata fino a noi.
Chi era François Mansart
François Mansart nacque a Parigi nel 1598 e iniziò la sua opera nella prima metà del Seicento, un periodo in cui l'architettura divenne espressione stessa del potere della corona: i committenti non badavano a spese per la costruzione o la restaurazione di castelli e palazzi sontuosi. Tanto per fare un esempio, in quegli anni fu ricostruito il Palazzo del Lussemburgo, uno dei principali edifici storici-monumentali della capitale francese, e iniziarono i lavori per la reggia di Versailles.
Mansart si inserì perfettamente nello spirito dell'epoca e dopo aver fatto il suo debutto con la costruzione del portale di una chiesa in via Saint-Honorè a Parigi (demolito poi nel 1804), divenne famoso grazie alla realizzazione del Castello di Balleroy in Normadia. Fu la residenza di Jean II de Choisy, consigliere di Stato e cancelliere del duca di Orléans, Gaston.
La mansarda al Castello di Blois
E proprio il duca apprezzò i tratti distintivi dello stile di Mansart, contraddistinto da esterni sobri in contrasto con interni fastosi, che indirizzò l'intero gusto francese verso il classicismo barocco. Nel 1634, gli fu così affidata la ricostruzione del Castello di Blois, lungo la Loira, e in particolare la realizzazione dell'ala d'Orléans.
Per il progetto, tuttora considerato uno dei suoi capolavori, Mansart si ispirò al Palazzo del Lussemburgo alla cui restaurazione prese parte anche il suo maestro, Salomon de Brosse. La nuova ala fu completata solo in parte, ma la particolarità era che includeva una copertura molto inclinata nella porzione di tetto più vicina al cornicione e una pendenza più ridotta nella porzione superiore. Una mansarda, appunto.
Il Castello di Maisons-Laffitte, il suo capolavoro
In realtà, la sua opera più celebre fu un altro castello, quello di Maisons-Laffitte, costruito tra il 1642 e il 1646, quando Mansart era già stato nominato architetto del re. Una volta completato, il palazzo incontrò talmente tanto il gusto dell'epoca che divenne il modello di riferimento addirittura per la reggia di Versailles, inaugurata nel 1683.
I lavori per la reggia furono in parte diretti da Jules-Hardouin Mansart, pronipote e allievo di François, nonché l'architetto prediletto di Luigi XIV, il Re Sole.
Le opere in sospeso
Un altro edificio firmato da Mansart fu il palazzo de la Vrillière, che oggi ospita la Banca di Francia. Ma questo elenco è solo una parte della serie di opere grandiose che gli furono commissionate da nobili e privati abbienti dell'epoca. Sfortunatamente, molte di queste non furono portate a termine. L'architetto infatti non era noto solo per il suo gusto raffinato ed elegante, ma anche per un carattere piuttosto volubile e la tendenza a lasciare incompiuti quei progetti che non lo soddisfacevano più. Un temperamento che gli costò la disoccupazione nell'ultima parte della sua vita.
La mansarda, una sua eredità
La mansarda è però una trovata sfruttata ancora oggi, con l'evidente intento di ottenere un piano abitabile ulteriore senza rischiare di sforare l'altezza massima dell'edificio fissata dai regolamenti edilizi. Dobbiamo tenere presente infatti che l'altezza viene calcolata solo a partire dalla linea di gronda del tetto, dove di norma viene installata la grondaia, mentre tutto il resto è escluso, a patto di mostrare un'inclinazione almeno del 35%.
Un'ultima curiosità: viene chiamata mansarda anche la porzione dell'abitacolo di un camper o di un van posta al di sopra della cabina di guida, dove si solito è presente un letto matrimoniale o singolo.