Ci avrete fatto caso: il nostro naso è molto più sensibile all'acqua dolce piuttosto che a quella salata del mare. Accade perché l'interno del naso è disseminato di mucose e terminazioni nervose che lo rendono molto sensibile alle mutazioni nella salinità e agli sbalzi termici. L'ingresso di acqua dolce nelle narici porta a desalinizzare le membrane produttrici di muco, costringendo l'organismo a compensare con una produzione extra e repentina che genera appunto dolore. Con l'acqua del mare, invece, registrandosi una minor variazione di salinità, il fastidio è più lieve. In assoluto, comunque, il dolore aumenta se l'acqua è fredda, ecco perché nei lavaggi nasali è sempre consigliabile che essa sia a temperatura ambiente.
Occhio alle amebe. Negli Stati Uniti è venuto recentemente alla ribalta il caso di un uomo morto per Naegleria fowleri, o "ameba mangia-cervello", a seguito di un lavaggio nasale. Va sottolineato, però, che il malcapitato aveva usato acqua di rubinetto non potabile. Tale ameba, infatti, prolifera nelle acque dolci e stagnanti di laghi o fiumi e di solito è debellata dal sistema immunitario prima che raggiunga, tramite le innervazioni del naso, le cellule cerebrali di cui si nutre.