Enrico VIII, re d'Inghilterra e Irlanda dal 21 aprile 1509, era uomo convinto che ogni suo desiderio andasse esaudito e applicava questo principio sia al governo dello Stato, sia alle relazioni amorose. Il risultato furono rapporti burrascosi con re e papi del suo tempo e, nel privato, sei mogli e decine di amanti a gratificare il suo smisurato orgoglio.
Caterina, la prima moglie. Caterina d'Aragona, la prima consorte, la sposò anche se era più anziana di lui ed era vedova del fratello Arturo. E questo per fare uno sgarbo al padre, Enrico VII, che avrebbe voluto un matrimonio più prestigioso per l'erede al trono. Il nostro l'ebbe vinta, ma quando Caterina cominciò a mostrare i suoi anni e a non partorire l'agognato figlio maschio, il re puntò gli occhi altrove.
In contrasto col papa. La prescelta fu una dama di corte di Caterina, Anna Bolena, giovane e furba, tanto da tenere sulla corda il sovrano a lungo, non concedendosi mai del tutto. Enrico, deciso a impalmarla, smosse mari e monti pur di ottenere il divorzio e quando il papa lo negò decise di sottrarsi all'autorità del pontefice Clemente VII dando vita a una Chiesa tutta sua (la Chiesa anglicana) di cui era il capo.
Cadono le teste. Anche Anna però gli venne ben presto a noia, e in aggiunta non gli diede il sospirato figlio maschio. Soprattutto non voleva farsi da parte e lasciare il posto alla nuova fiamma di Enrico, la giovanissima Jane Seymour. Il sovrano risolse tutto passando la pratica al boia e la testa di Anna, accusata di tradimento, rotolò nella polvere nel 1536. Stesso destino per la quinta moglie di Enrico, Catherine Howard, condannata a morte nel 1541 perché oramai d'intralcio al "Barbablu" coronato.