Il Mar Nero (420 mila km², profondità massima 2.245 m) è compreso tra le coste orientali della penisola balcanica, quelle russe e caucasiche e quelle dell’Anatolia. Comunica con il Mediterraneo e con il Mar d’Azov. Ma non è il colore delle sue acque ad avergli dato il nome. Inizialmente gli antichi Greci lo avevano battezzato Pontus Axeinus, ovvero “Mare inospitale”. A mano a mano che quell’area divenne familiare e che lungo le coste si stabilirono i primi insediamenti, il nome fu cambiato in Pontus Euxinus, che significava “Mare ospitale”. Ma quando i turchi presero il controllo delle terre che si affacciano sulle sue coste meridionali, a causa delle forti mareggiate che scuotevano le acque dinanzi a quelle coste, ribattezzarono il mare con un nome che, ancora una volta, ne esprimeva il carattere poco accogliente: Karadeniz, che vuol dire appunto Mar Nero.
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Mare del Nord?
Vi è però anche una teoria secondo la quale anticamente i colori erano usati per indicare i punti cardinali: il nero era riferito al nord, il rosso al sud e il giallo all’est. Un’ipotesi originata dal fatto che Erodoto (storico greco del V secolo a. C.) utilizzava indistintamente le denominazioni di Mar Rosso e Mare del Sud.
(Curiosità linguistiche: perché si dice così?)