In inglese la parola "salvadanaio" può essere tradotta con "piggy bank", tanto è diffusa l'usanza di dargli la forma di un porcellino. Secondo una delle ipotesi più accreditate, la loro curiosa forma deriverebbe dal materiale scelto per modellare i primi: una specie di creta utilizzata nel XV secolo anche per piatti e bottiglie, chiamata pygg. Il termine, molto simile a pig, “maiale”, venne presto scambiato per il nome dei suini. E i vasai iniziarono a dare ai portamonete questa forma.
Un'altra ipotesi. Per altri i salvadanai sarebbero nati in Cina, durante la dinastia Qing, o in Indonesia, dove ne sono stati trovati alcuni del XIV secolo. Il maiale è da secoli simbolo di fortuna e abbondanza e, soprattutto, è una delle più antiche risorse alimentari dell'umanità: pare che i cinesi lo allevassero già 7000 anni prima di Cristo, mentre gli antichi romani, i cui eserciti si nutrivano di prosciutto crudo (capace di conservarsi a lungo), ne apprezzavano le salsicce.
Non si butta via niente. Fino a qualche decennio fa, questo animale costitutiva per molte famiglie contadine una abbondante riserva di carne e grasso per combattere il freddo e la fatica (non a caso, fino ai primi del '900, lardo e strutto costavano più del prosciutto e della carne), ma anche una risorsa da utilizzare come merce di scambio in caso di improvvisa necessità economica. Proprio da questa consuetudine è nata, forse tra il XVIII e il XIX secolo, la tradizione occidentale di dare ai salvadanai l'aspetto di un maialetto in coccio (metafora di lungimiranza e parsimonia), da rompere o sacrificare per soddisfare un desiderio, organizzare una festa o fare fronte a un'emergenza.