A causa del colorante utilizzato, l’indaco. Conosciuto già dagli antichi Egizi per tingere la stoffa, l’indaco è un colorante di cui i produttori, fino a tempi recenti, hanno tenuta ben segreta la provenienza: una pianta leguminosa, originaria, come dice il nome, dell’India. Ora l’indaco è quasi tutto sintetico, grazie ad Adolf von Baeyer, premio Nobel 1905, che a fine ’800 mise a punto un processo per la produzione industriale.
Sabbiatura
L’indaco ha molecole molto stabili, che però non si fissano sulle fibre, ma si depositano tra di loro in forma di granuli microscopici. Questo fatto lo rende ben poco adatto a resistere ai lavaggi, soprattutto se energici. Ed è per questo motivo che un difetto diventa, per la moda, un vantaggio. Una prerogativa dei blue-jeans è infatti di avere un aspetto invecchiato, che diventa sempre più “vissuto” lavaggio dopo lavaggio.
E se qualcuno non ha la pazienza di aspettare, ci aiuta la chimica, in poco tempo, con un bagno caldo d’ipoclorito di sodio (in pratica varichina) da effettuarsi nelle lavanderie specializzate. Oppure attraverso i processi di sabbiatura, una tecnica però molto contestata perché, se non si adottano le giuste misure protettive, può provocare negli operai la silicosi.