Gli adulti limitano il raggio d’azione dei movimenti notturni allo spazio nel quale dormono (e quindi non cadono dal letto) unicamente per esperienza e abitudine. Tant’è che basta addormentarsi in posti non abituali, come la cuccetta di un treno o di una nave, e il rischio di cadere, proprio come quando si era bambini, si ripresenta. Questo accade naturalmente perché nel sonno ci muoviamo spesso: in media più di 50 volte per notte.
Si sogna da fermi. Ma, a differenza di quanto si pensa comunemente, non è durante i sogni che i movimenti sono più intensi bensì nelle fasi del sonno che corrispondono all’inizio e alla fine delle fasi di sogno (che si alternano 3 o 4 volte durante la notte). Durante il sogno, al contrario, il corpo è relativamente immobile perché i neuroni che comandano i movimenti periferici sono disattivati, mentre quelli cerebrali sono appunto impegnati nel sogno. Quindi, se si cade dal letto, non dipende affatto dal tipo di sogno che si sta facendo