Bere birra concilia il sonno, dice un luogo comune. La scienza, però, afferma il contrario. È vero che dopo avere bevuto pochi bicchieri della "bionda" preferita solitamente ci si addormenta prima, ma si tende a russare di più. E, quindi, a soffrirne sono gli effetti collaterali: dormire male e svegliarsi già stanchi e spossati. Succede a causa dell'alcol contenuto nella birra (la cui gradazione oscilla dal 4 al 20%, a seconda dei molteplici tipi sul mercato), che dipende dal lievito di cereali utilizzato, dalla quantità di zuccheri e dal metodo di fermentazione.
Bere birra (come le bevande alcoliche in generale) esercita un effetto vasodilatatore che induce un rilassamento dei muscoli interni, e quindi, un restringimento delle vie aeree superiori (palato molle, ugola, tonsille). Di conseguenza, il flusso d'aria si riduce, producendo le tipiche rumorose vibrazioni della faringe, l'inspirazione più faticosa e un afflusso ridotto di ossigeno, compromettendo la qualità del riposo di chi ha bevuto (e anche di chi gli sta accanto).
E non è finita: chi è in sovrappeso russa di più. Inoltre, il regolare consumo serale di birra può favorire la SAS, o sindrome da apnea del sonno, caratterizzata da brevi interruzioni della respirazione mentre si dorme. "Un bicchiere di birra è un pasto da re", scriveva William Shakespeare. Meglio evitare di consumarla prima di andare a letto, però.
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