Ci soni tanti motivi per cui ci piace viaggiare ma, secondo gli esperti la motivazione principale al viaggio è la fuga, l'uscita dall'ordinario. Per questo abbiamo patito non poco l'impossibilità a muoverci liberamente durante la pandemia che, peraltro, in molti accentuò il desiderio di scappare.
Fuga dallo stress. Lo ha spiegato bene la psicologa californiana Carla Marie Manly: «Quando si vivono esperienze traumatiche si cerca di evadere dalla realtà per evitare ulteriore malessere psicologico, ma per colpa delle restrizioni i tanti che utilizzavano il viaggio come modalità di fuga dallo stress non hanno potuto farlo. Questo ha portato molti a sentirsi ansiosi, prigionieri, a volte anche arrabbiati».
Non solo. La pandemia ci ha spinto anche a cambiare abitudini di viaggio. Come raccontano dati presentati di recente dall'Associazione Ricerche Interdisciplinari di Psicologia del Turismo, alcune nuove dinamiche si sgonfieranno con la fine della pandemia (dalle vacanze solo all'aria aperta alla scelta di mete vicine) ma altre sembrano destinate a rimanere. Un esempio su tutti è la commistione vacanza/lavoro resa possibile dal lavoro da remoto che potrebbe portare a un ritorno nelle seconde case e a nuovi modi di vivere le ferie e il tempo lavorativo.
Ma quali sono i principali benefici del viaggio? Gli esperti concordano in questi 5 punti essenziali.
1. Aumenta la fiducia in se stessi: superare piccole difficoltà, mettersi in discussione, doversi confrontare con persone e contesti diversi migliora l'autostima, aiutando a conoscersi meglio e poi ad affrontare con maggior serenità i problemi della vita quotidiana.
2. Apre la mente alla diversità: gli stereotipi crollano, quando ci si mette in viaggio e si fa esperienza di persone e luoghi molto diversi da quelli abituali, così si diventa meno giudicanti e più aperti al nuovo e al differente.
3. Riduce lo stress: prendersi una pausa dalle incombenze quotidiane abbassa immediatamente la pressione e l'effetto è ancora più evidente scegliendo una meta dove possiamo stare a contatto con la natura.
4. Rende creativi: il viaggio è una palestra per il cervello perché obbliga ad adattarsi a nuovi ambienti, lingue, abitudini e così facendo sviluppa il pensiero laterale, quello che aiuta a trovare soluzioni inedite ai problemi ed è appunto indice di creatività.
5. Sviluppa le capacità cognitive: dover organizzare, prenotare o semplicemente immaginare l'itinerario allena alla risoluzione dei problemi e all'organizzazione, doti cognitive utili per migliorare il controllo sugli eventi anche quando non viaggiamo.