Il rituale si ripete due volte all'anno, e questa di solito è la parte che preferiamo: nelle prime ore del mattino di domenica 27 ottobre, alle 3:00, riporteremo l'orologio indietro di un'ora, rimettendolo sulle 2:00 (non serve svegliarsi apposta: fortunatamente, i cellulari lo fanno in automatico). Torna l'ora solare, quella che abbiamo sempre definito "naturale", allineata al numero minore di ore di luce delle giornate di autunno e inverno.
Alla sera il buio calerà prima - le nuove 18:00 saranno le vecchie 19:00 - in compenso i più mattinieri si sveglieranno già con la luce - le nuove 7:00 saranno le 8:00 di prima - un dettaglio non da poco, che ha effetti positivi sull'umore e sulla produttività.
L'ora legale, che con la sottrazione di un'ora di sonno permette di sfruttare più a lungo le ore di luce, tornerà il 29 marzo 2020.
Coordinati, per ora. Tutti gli Stati membri dell'Unione Europea sposteranno gli orologi indietro di un'ora questo weekend, grazie a una legge che armonizza l'orario invernale nel continente ed evita la proliferazione di diversi cambi d'ora (che si aggiungerebbero ai fusi orari veri e propri, creando ulteriore confusione). Tuttavia, potrebbe essere l'ultima volta che si procede in modo così ordinato.
Basta con i viaggi nel tempo! Nel marzo 2019 il Parlamento Europeo si è detto favorevole alla proposta di abolizione del cambio tra orario estivo e orario invernale. Con il voto a favore è stata approvata una proposta della Commissione Europea, promossa da alcuni Paesi del Nord Europa sulla scorta di una consultazione ai cittadini sull'utilità del cambio dell'ora, anche se con alcune modifiche. La Commissione chiedeva la soppressione del passaggio dall'ora solare a quella legale già nel 2019. La nuova proposta rimanda l'abolizione del cambio al 2021 e, in più, lascia a ogni Paese la facoltà di decidere a quale dei due "fusi orari" attenersi.
Il motivo della richiesta avanzata dai Paesi del Nord Europa, è che alle latitudini in cui le ore di luce durante le giornate estive sono già molte, il passaggio dall'ora solare a quella legale, in primavera, non provoca benefici visibili quanto alle nostre latitudini, ma comporta soltanto ulteriori disagi sui bioritmi individuali. I Paesi del sud dell'Europa come l'Italia sono quelli ai quali, per ragioni di latitudine, il cambio dell'ora conviene di più.
Che cosa succede adesso. L'iter di approvazione della legge non è ancora finito, ad ogni modo, se nulla cambia rispetto alla proposta originaria, ogni Paese avrà tempo fino ad aprile 2020 per scegliere se mantenere per 12 mesi l'ora legale o al contrario sintonizzarsi per sempre su quella solare.
Gli Stati che decideranno di mantenere l'orario estivo dovranno spostare in avanti lancette per l'ultima volta l'ultima domenica di marzo del 2021. Dove si deciderà di mantenere l'ora "invernale", si sposteranno per l'ultima volta le lancette all'indietro l'ultima domenica di ottobre del 2021. Così, per rispondere alla domanda iniziale: no, non è l'ultima volta. Abbiamo ancora un paio d'anni per lamentarci.