Sì, ma non sempre fa punteggio.
Se il canestro è segnato accidentalmente, è considerato valido. Se invece un giocatore segna deliberatamente nel proprio canestro, il canestro non è attribuito e l’autore del tiro è reo di infrazione. Lo stesso non avviene - per esempio - nel calcio.
Questa norma è stata introdotta negli anni ’60, per punire comportamenti contrari allo spirito del gioco. Come quello inscenato nella Coppa dei Campioni 1961/62 dal Real Madrid, ospite della Ignis di Varese. Sul punteggio di 80-80, con pochi secondi da giocare, lo spagnolo Alcocen infilò il proprio canestro, dando la vittoria alla Ignis. Decisivo era stato il consiglio del tecnico Pedro Ferrandiz, che aveva preferito perdere di 2 punti in vista della gara di ritorno, piuttosto che rischiare un passivo superiore ai supplementari.
Diversa invece la vicenda di John Warren, giocatore dei Cleveland Cavaliers (squadra dell’Nba Usa), che nel 1970 segnò d’impulso su passaggio di Bobby Lewis. Era la prima azione dell’ultimo quarto di gara e Warren si era dimenticato che le squadre avevano cambiato campo.
A disciplinare l’autocanestro è il secondo comma dell’articolo 16 del regolamento della pallacanestro.