Non esistono prove che Mulan, l'eroina cinese dell'omonimo cartoon Disney del 1998 diventato nel 2020 un live action interpretato dell'attrice Liu Yifei, sia davvero esistita. Eppure, le gesta di Hua Mulan, la ragazza cinese che si traveste da uomo per combattere al posto del padre malato, sono note in Cina da secoli.
Donna in armi. Sono quelle raccontate ne La ballata di Mulan (木蘭詩, Mùlán shī) poema cinese di autore anonimo del VI secolo che ha, secondo alcune interpretazioni, anche una base storica: la campagna militare condotta dalla dinastia Wei del nord (che riuscì a unificare la Cina del nord nel 439) contro le tribù nomadi Rouran all'inizio del V secolo.
Anche se Mulan non esiste nei libri di storia, i cinesi vantano un caso di donna-guerriero che visse intorno al 1250 a.C.: il suo nome è Fu Hao e visse sotto la dinastia Shang. Era una delle mogli del sovrano Wu Ding e diventò generale in capo dell'esercito, anche se suo marito, prima di farsi convincere ad affidarle l'armata, volle interrogare gli oracoli.
Canti popolari. Come per tutte le leggende di successo, la ballata di Mulan ha subito nei secoli vari adattamenti in poemi, canti e poesie. In una versione molto famosa, l'imperatore scopre la vera natura di Mulan e vuole farne la sua concubina, ma la ragazza si oppone e si suicida.
Si ritiene che la popolarità della legenda di Mulan sia una conseguenza delle tristi condizioni nelle quali le donne della Cina feudale erano costrette a vivere: durante le dinastie Ming (1368-1644) e Qing venivano segregate in appositi spazi femminili, generalmente le stanze più buie e interne della casa, o le porzioni di giardino più isolate dall'esterno.
condizione femminile. Le donne erano considerate esseri inferiori senza alcun diritto, nemmeno quello di potersi rivolgere all'uomo; veniva pertanto loro insegnato a non alzare la voce, a non mostrarsi troppo felici o ridere rumorosamente, a non correre, a non girare la testa mentre si camminava. Non ricevevano istruzione alcuna, ed erano destinate solo ai lavori domestici e al matrimonio.
Tra i tanti doveri ai quali erano sottoposte, c'era quello di tagliarsi i capelli a 15 anni e sposare l'uomo scelto dal genitore di cui divenivano proprietà. Il primo dovere era avere figli maschi, perché la nascita di una bambina era di malaugurio. Infine, se rimanevano vedove, erano condannate all'indigenza o, nel migliore dei casi, all'elemosina della famiglia del marito defunto.
Eroina da film. Una storia così forte non poteva non attirare il cinema: una prima opera cinematografica risale agli anni '40, ma ce ne sono state molte altre e persino un musical; nel 1999 la Cina ha prodotto anche una versione a puntate per la tv. Nel 2009, con il titolo Mulan, è uscito un film cinese con un gran dispiego di scene di guerra.
Il mondo occidentale, invece, ha scoperto l'esistenza di questo personaggio femminile leggendario, prima con il cartoon Disney Mulan del 1998, e ora con la versione live action diretta da Niki Caro. Peccato che quest'ultimo Mulan (disponibile solo sul canale Disney +), abbia scatenato diverse polemiche sui social poiché l'attrice di origine cinese Liu Yifei ha dichiarato di essere vicina alla polizia di Hong Kong. Inoltre, anche la Disney è stata criticata perché, nei titoli di coda, appaiono i ringraziamenti alle autorità dello Xinjang (dove la pellicola è stata girata) impegnate in una dura repressione della minoranza musulmana.