Sono molteplici le ipotesi per cui il membro maschile viene chiamato anche pisello. La più verosimile e anche la più intuitiva fa derivare l’epiteto utilizzato in tono ironico alla similitudine con il baccello di questa leguminosa, che è allungato e arcuato.
Pisellum. L’uso è noto in Italia fin dal Trecento, quando è attestato, nel latino tardo, il termine pisellum, diminutivo di pisus (che indicava invece il legume).


Record. Come spiega Vito Tartamella sul blog Parolacce, in italiano, il sesso maschile ha 2 record: è designato dal più alto numero di termini (se ne contano 744, escludendo i testicoli), ed è la parolaccia pronunciata più spesso (ovviamente non nel termine pisello, ma in quell'altro più scurrile).
In italiano sono oltre 100 i termini (103 per l’esattezza) che usano frutta e verdura per alludere ai genitali maschili e femminili, al seno o ai glutei (pisello, banana, patata, meloni, pere, pesche etc).
Da qui in avanti l'articolo è più esplicito nella spiegazione dei termini e, per il linguaggio, potrebbe disturbare le persone più sensibili.
L'altro termine. Invece, notava lo scrittore Italo Calvino, il termine cazzo ha un’espressività impareggiabile. Ed è un jolly linguistico: indica stupidità (cazzone, cazzata), abilità (cazzuto), ira (incazzarsi), noia (scazzato); problemi (cazzi miei). I sinonimi si riferiscono a oggetti (arnese, attrezzo, pacco, manico, verga, mazza, fra mazza, cannone, pistola), animali (uccello, pesce, biscia, cefalo), vegetali (banana, cetriolo, fava), parti anatomiche (terza gamba), cibi (babà, biscotto, salame), ironie (pendolino, sciupavedove, tronchetto della felicità).
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