Le strade di Denver infestate di podisti travestiti da gorilla sudati con tanto di pettorina. È l'ultima manifestazione bizzarra.
Giungla d'asfalto. Le strade di Denver (USA) infestate di "gorilla" sudati con tanto di pettorina. |
Uno degli sport più semplici da praticare è indubbiamente la corsa.
Non servono particolari attrezzature, se non un buon paio di scarpe, abbigliamento comodo e un bel percorso, magari in mezzo al verde. A Denver, come in altre parti del mondo, gli appassionati di questa attività hanno però deciso di complicarsi un po' la vita.
Maratona bestiale. Da due anni, infatti, esiste una maratona in cui i partecipanti sono obbligati a travestirsi da gorilla. La seconda edizione di questa bizzarra manifestazione si è appena conclusa con vari vincitori in diverse categorie. Ma in realtà, quella che è apparentemente una delle tante pazzie che si osservano in giro per il mondo, è invece una corsa con un intento nobile e benefico. Il suo scopo è quello di procurare fondi e popolarità al Mountain Gorilla Conservation Fund, un'organizzazione che ha come obiettivo la conservazione dei gorilla di montagna e il conseguente ripopolamento della specie nelle zone del Ruanda e del Kenya. Questa specie è, infatti, minacciata dalla caccia spietata dei bracconieri, dalle guerre civili e dalla deforestazione.
Ma dove vai se le mutande non ce le hai. Dando un'occhiata anche in altri paesi, si possono trovare altri esempi di maratone decisamente frivole. Cominciamo con la corsa più osé, che è la oramai famosissima maratona Bare to Breakers Run che si svolge da nove anni a San Francisco. La particolarità di questa corsa è che i dodici chilometri del percorso vengono compiuti in totale déshabillé. Solo le donne che dimostrino di averne necessariamente bisogno possono indossare il reggiseno.
L'anno scorso i partecipanti a questa maratona hanno raggiunto il numero di 70.000.
Toglietemi tutto ma non il mio slip. Un po' più casta invece è la corsa che si tiene a Kailua-Kona nelle Hawaii, dove i partecipanti hanno la decenza di coprire almeno le pudenda e corrono in mutande. La giovanissima corsa è nata come atto di protesta contro il divieto di indossare costumi da bagno al di fuori della spiaggia (cosa accaduta anche in alcune località italiane la scorsa estate).
Abituati da sempre a fare un salto dal panettiere o in posta indossando bikini e boxer, gli Hawaiani hanno trovato un modo creativo per vendicarsi del bigottismo conservatore delle istituzioni.
Molti hanno corso con mutande firmate, altri invece hanno deciso di personalizzare la propria tenuta di gara con erba, noci di cocco e altri materiali insoliti, realizzando così divise piuttosto eccentriche.
Un uomo chiamato cavallo. Un'altra corsa che ha dell'eccezionale - e plausibilmente anche del sadico - è quella che ha luogo nel sud del Galles. Si tratta della maratona "Uomo contro Cavallo" in cui i partecipanti sono, appunto, uomini e cavalli che si sfidano in velocità.
Si narra che la corsa sia nata a seguito di una discussione tra due gentiluomini in un pub, i quali si trovavano a dover stabilire la superiorità tra l'uomo e l'equino in base ai parametri di forza, velocità e resistenza.
La prima corsa ebbe luogo nel giugno 1980 a Llanwrtyd Wells. Da allora, nessun uomo è mai riuscito a battere un cavallo. Così, per cercare di rendere la gara più equa, nel 1985 sono state introdotte anche delle mountain bike a disposizione degli uomini.
Finalmente, nel 2004 il signor Huw Lobb superò il cavallo con uno stacco di ben due minuti.
Scatto matto. Senza ombra di dubbio, la Germania ha inventato la più insolita e strana combinazione di attività fisica e attività mentale. Ogni anno a Rehine, i partecipanti alla gara devono correre i dieci chilometri del percorso. In un secondo tempo, prendono parte a un torneo di scacchi, precisamente lo speed-chess. Ogni partecipante viene valutato in base alle sue prestazioni per ciascuna delle due prove e chi ottiene il punteggio più alto, vince la gara.
Dietrofront! Incredibile a dirsi, ma una delle forme più longeve di corsa "strana" è quella della corsa all'indietro o retro-running. È nata a New York all'inzio del '900, e sebbene abbia ottenuto popolarità solo a partire dagli anni '80, già si contano imitazioni in tutto il mondo, Italia compresa.
La detentrice del miglior tempo è l'austriaca Paula Mairer, che ha tagliato il traguardo dell'Hudson River Park dopo soli 6 minuti e 52 secondi per il miglio della race track.
Il motivo di questo esercizio, ahimè, rimane un mistero, ma si dice che sia scientificamente provato che il movimento effettuato durante la corsa all'indietro provochi meno danno alle articolazioni del ginocchio e dell'anca. Di sicuro non si tiene conto degli attacchi di cervicale derivanti dal continuo girarsi per controllare di non andare a sbattere contro qualcosa...
(Notizia aggiornata al 26 ottobre 2005)