Magnus Carlsen, il geniale scacchista norvegese, si è confermato campione del mondo di scacchi. A New York ha vinto la sfida contro il russo Sergei Karjakin: dopo dodici partite terminate in parità (10 pareggi e 1 vittoria ciascuno), Carlsen ha vinto un combattutissimo spareggio durato un giorno intero e composto da 4 sfide rapide durante le quali ciascun giocatore ha 25 minuti di tempo per fare le proprie mosse, più 10 secondi ulteriori per ogni mossa che fa. La modalità era favorevole a Carlsen che è un giocatore molto veloce.
Carlsen e Karjakin si sono divisi un premio di finale di 1,1 milioni di dollari, di cui il 55 per cento destinato al vincitore.
Ma chi è Magnus Carlsen? Lo avevamo incontrato qualche anno fa, prima che diventasse campione del mondo. Ecco un estratto di quell'intervista.
Fra il norvegese Magnus Carlsen e la scacchiera non è stato un amore a prima vista. Il padre provò a farlo giocare per la prima volta a cinque anni; lui imparò le regole, ma presto preferì tornare alle sue monumentali costruzioni con i mattoncini Lego. Tre anni più tardi, la sorella maggiore iniziò a studiare scacchi a scuola. Lui ne fu incuriosito, volle sfidarla, e vinse. Da allora nessuno lo ha più fermato.
Con una carriera che lascia a bocca aperta anche un mondo abituato ai bambini prodigio, Magnus è diventato Gran Maestro a soli 13 anni, prima dell'americano Bobby Fischer, che a quel traguardo è giunto quindicenne, e prima del più grande campione di tutti i tempi, il russo Garry Kasparov, che di anni ne aveva 17.

Re bianco. Battezzato dai media il “Mozart degli scacchi”, è stato il più giovane giocatore a superare i 2.600 punti nella classifica della Federazione internazionale, e ancora il più giovane a raggiungere le quote di 2.700 e 2.800. Il 1 gennaio del 2010, a 19 anni, è infine salito in vetta alla classifica mondiale, ben prima di quanto abbiano fatto i numeri uno del passato. Da allora, non è mai sceso di un gradino.
È difficile non parlare di genio di fronte a un talento come il suo. Lui però non sembra interessato a quel titolo: «Non ho mai fatti un test del QI, e non mi interessa farlo», ci dice. E mentre il suo punteggio nella classifica internazionale ha ormai superato quello record di Kasparov, per Magnus il solo titolo che conta è quello mondiale, vinto una prima volta nel 2013 in India e confermato quest'anno a New York.


Come trascorre la giornata il numero uno degli scacchi?
Quando non sono impegnato in un torneo la mia vita non è molto diversa da quella di qualsiasi ragazzo della mia età.
A volte non guardo la scacchiera per intere giornate. Ma, anche quando non gioco, gli scacchi sono sempre in qualche modo presenti nel mio subconscio.
Accanto agli scacchi, giochi a calcio e fai molto sport...
L'attività fisica è molto importante e dà l'energia necessaria per essere al massimo anche negli scacchi. Se una partita o un torneo sono molto lunghi è normale che a un certo punto subentri un po' di stanchezza, e in queste condizioni si possono commettere errori fatali. Essere in forma fisicamente permette di sbagliare meno e fa aumentare le probabilità di trarre vantaggio dagli errori dell'avversario.
Durante le partite ti affidi di più alla memoria o alla creatività?
Direi a entrambe. Un buon giocatore deve conoscere a memoria moltissimi schemi e varianti, ma tutto questo è inutile senza la creatività, che permette di individuare il modo più efficacie per sfruttare al meglio le conoscenze. In fondo, ogni partita è un caso a sé.
Pensi di vincere i campionati del mondo?
Lo spero. Penso di essere abbastanza forte, ma dovrò dare il massimo.
I giocatori di scacchi spesso si affidano a gesti scaramantici o hanno qualche portafortuna che tengono con sé durante le partite importanti. Tu hai qualche piccola mania di questo tipo?
No.
Gli osservatori più attenti ritengono che il tuo principale rivale nei prossimi anni sarà l'italiano Fabiano Caruana, sei d'accordo?
Sì, sarà certamente lui. Fabiano ha fatto progressi davvero impressionanti nell'ultimo periodo. Il suo gioco è maturato molto e penso che abbia ottime probabilità di diventare uno dei migliori giocatori del mondo.
[Fabiano Caruana, nato a Miami da genitori italiani, è il numero due del mondo. Ha la doppia cittadinanza e dopo aver gareggiato per l'Italia, oggi è tesserato dalla federazione degli Stati Uniti e gioca per gli USA, ndr]
Ritieni che gli scacchi dovrebbero essere insegnati a scuola?
Sarebbe un'ottima cosa. Gli scacchi sono un modo divertente per imparare a concentrarsi e a restare focalizzati su un obiettivo. È un gioco che insegna a prendere decisioni e ad assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
Consideri gli scacchi una professione?
Assolutamente sì. Sono il mio lavoro.
Se non fossi stato uno scacchista, che cosa avresti fatto nella vita?
Non lo so. Probabilmente però avrei scelto comunque un lavoro nel quale poter esprimere la mia mente e il mio entusiasmo.
Hai mai pensato di smettere?
No, non seriamente. Perdere è orribile, ma col tempo ho imparato a gestire la sensazione della sconfitta.