Il primato per la lingua più sessista spetta al danese, seguito dal tedesco e dal norvegese. Poi ci sono il rumeno, l'inglese e l'ebraico men- tre l'italiano si piazza al tredicesimo posto, appena prima di finlandese, francese e coreano.
In fondo alla classifica il turco, il filippino, il polacco e, infine, il malese che su 25 lingue esaminate è risultata la meno sessista. Emerge da uno studio della Carnegie Mellon University, che ha considerato in che misura nelle diverse lingue ricorrono modi di dire che esprimono stereotipi di genere: per esempio, quante volte la donna è associata a "casa", "figli" e "famiglia", mentre l'uomo a "lavoro", "carriera" e "affari".
PREGIUDIZI. Ricorrendo a un set di dati internazionale sui pregiudizi di genere, si è visto che la lingua riflette i giudizi impliciti delle persone su ciò che una donna può realizzare professio- nalmente. In sostanza, più è sessista la lingua che si parla, più è probabile ritenere una donna poco adatta a una carriera in settori tradizionalmente maschili, come per esempio l'ingegneria. I bambini iniziano a radicare nelle loro menti gli stereotipi di genere già all'età di due anni; per cui gli autori suggeriscono di fare attenzione a non trasmettere loro certi pregiudizi, a partire da come sono scritti i libri per l'infanzia.
Questo articolo è tratto da Focus D&R (gennaio/febbraio 2021), disponibile solo in formato digitale.