Barba incolta, occhiali a montatura spessa, camicia di flanella a quadrettoni e una bici pieghevole sotto il braccio. Vi siete mai chiesti perché gli hipster siano tutti uguali? Jonathan Touboul, neuroscienziato del Collège de France, ha provato a rispondere a questa domanda con un'equazione matematica.
Tutti diversi, tutti uguali. Le formule illustrate nel paper "The Hipster Effect: When Anticonformists All Look the Same" ("Effetto hipster: quando gli anticonformisti sembrano tutti uguali") sono difficilmente comprensibili ai non specialisti, ma la conclusione è molto chiara.
«Se prendiamo grandi gruppi di individui tra loro interagenti - siano essi hipster, operatori di borsa o qualunque altro gruppo che voglia andare contro la maggioranza cercando di risultare "diverso" - vedremo che alla fine faranno tutti le stesse cose allo stesso momento» scrive Touboul.
Stare al passo è difficile. «La ragione è che ci vuole tempo affinché un soggetto registri le decisioni degli altri. Non puoi essere conscio di quanto le altre persone decidono in tempo reale, ci vuole un po'». In altre parole gli hipster finiscono per conformarsi gli uni agli altri, nel loro sforzo anticonformistico, perché non riescono a stare al passo con le mode.

Più unici che rari. Un vero hipster - per definizione, uno che lancia, inventa i trend - dovrebbe essere in continuo cambiamento, per riuscire a mantenere la propria "missione" di unicità. Ma ciò è teoricamente - e matematicamente - impossibile: fatevene una ragione, trovare un hipster autentico è facile quanto avvistare un unicorno. Forse è per questo che il termine è diventato desueto anche tra chi si ritrova perfettamente in questa definizione.
Non solo hipster. L'equazione di Touboul potrebbe rivelarsi utile anche nello studio di altre popolazioni che scelgono in coscienza di andare contro la massa, come gli investitori finanziari che vogliono ottimizzare i propri guadagni, o altre ristrette nicchie di società.